Con la pronuncia arrivata dalla Corte di Cassazione è divenuta definitiva la condanna a cinque anni di reclusione del dottor Marco Vito Surdo, il medico albese accusato di violenza sessuale nei confronti di quattro sue pazienti.
A pronunciarsi sul caso, nella giornata di ieri, è stata la III Sezione della Corte di Cassazione (presidente la dottoressa Elisabetta Rosi) che ha respinto il ricorso che i legali dell’uomo – gli avvocati astigiani Alberto Avidano e Pier Mario Morra – avevano presentato dopo la sentenza con la quale, nel novembre scorso, la Corte d’Appello di Torino si era espressa confermando il verdetto di colpevolezza già emesso in primo grado, riducendo però la pena rispetto ai 6 anni e 4 mesi inflittigli in primo grado, con rito abbreviato, dal Tribunale di Asti, giudice Giorgio Morando.
Il processo al medico aveva preso le mosse dalla denuncia di una prima paziente nel 2017, cui si erano aggiunte le testimonianze di altre tre donne per fatti che le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Asti e svolte dalla Polizia Giudiziaria e dai Carabinieri di Alba accertarono essersi consumati tra il 2012 e il 2016.
Il medico, oggi 62enne, specializzato in Colonproctologia e Omeopatia, conosciuto medico di base che aveva avuto studi ad Alba, Corneliano d’Alba, Serralunga d’Alba e Sinio, scontò anche un periodo agli arresti domiciliari, dal febbraio al maggio 2018.
Le donne, tre delle quali si costituirono parte civile nel processo, riferirono di essere state molestate con "contatti fisici inappropriati nelle parti intime" nel corso di visite di routine. Abusi che, in taluni casi, si consumarono approfittando dello stato di incoscienza procurato dall’uomo mediante ipnosi, pratica nella quale era specializzato.
Le tre donne costituitesi in giudizio sono state patrocinate sin dal primo grado dall’avvocato albese Silvia Calzolaro, dalla collega Paola Coppa, anche lei albese, e dal collega torinese Stefano Tizzani.
"Dopo tre anni e tre gradi di giudizio – dice Silvia Calzolaro – finalmente la Suprema Corte di Cassazione ha posto fine alla vicenda che vede il dottor Surdo accusato di violenza sessuale ai danni di sue pazienti. La mia assistita ha avuto il coraggio di denunciare la violenza subita dopo aver letto sui giornali dell’arresto del medico. La piena credibilità delle donne vittime di violenza sessuale in questo processo ha reso giustizia ai gravi fatti loro accaduti".
L’avvocato Paola Coppa si dice dal canto suo "molto soddisfatta per il risultato ottenuto anche grazie al lavoro di squadra con i colleghi delle altre parti civili. Si è trattato di un lungo e delicato processo nel quale siamo riusciti a far emergere la gravità dei fatti posti in essere dal dottor Surdo, resi ancora più odiosi in quanto avvenuti approfittando del suo ruolo di medico".
"La sentenza di conferma della condanna pronunciata dalla Suprema Corte – dice l’avvocato Tizzani – mette finalmente la parola fine al processo penale. Sono stati confermati tutti i capi di imputazione a carico del medico e dimostra quindi la piena attendibilità delle persone offese. Per la mia assistita è la fine di un incubo. Il percorso per superare i traumi subiti però sarà ancora lungo. Credo vada sottolineata la forza e il coraggio che questa ragazza ha dimostrato querelando il suo medico, personaggio molto conosciuto ad Alba. Non sempre le donne vittime di violenza trovano la forza di denunciare. Il ringraziamento della mia assistita a coloro che le sono stati vicini, ai Carabinieri e al pubblico ministero per le approfondite indagini".
"Il dottor Surdo ribadisce la propria assoluta innocenza, ma ovviamente rispetterà la decisione, peraltro ormai irrevocabile", dice l’avvocato astigiano Alberto Avidano, che, dopo la scomparsa del collega di studio Aldo Mirate, insieme a Pier Mario Morra ha rappresentato la difesa dell’uomo nel giudizio di Cassazione.