Ci siamo, pochi giorni alla riapertura della stagione della cerca del tartufo, il 21 settembre. Un inizio sulla carta perché anche i muri sanno che per formarsi il prezioso fungo ipogeo ha bisogno di due cose: pioggia e temperature basse. Con il termometro che segna 32 gradi al 16 settembre e nemmeno l’ombra di nuvole, l’apparizione di una trifola viene data dai bookmakers poco meno probabile di quella di Godot.
Poco importa perché migliaia di turisti da ogni parte del Globo già affollano strutture ricettive e ristoranti di Langhe e Roero e dal 21 settembre partiranno alla ricerca del famigerato Tuber Magnatum Pico che grazie all’intuizione e alla lungimiranza di Giacomo Morra (Sempre sia lodato!) è diventato uno status symbol desiderato in tutto il Mondo.
La notte della vigilia sarà celebrata, come da tradizione, dall’Ente Fiera, che ha presentato il 14 settembre le novità dell’edizione 92 della kermesse, lunga nove settimane, quasi due mesi. Centinaia di eventi con piccole novità, per non andare a minare un format consolidato, con, finalmente, tanto spazio per i nove borghi cittadini della Giostra delle Cento Torri, dopo anni difficili che hanno rischiato di mettere in ginocchio la parte più pura, vera e colorata dell’autunno albese.
Per chi non conoscesse bene la realtà all’ombra delle cento torri (che poi in realtà sono molte meno, ma anche questo poco importa) la città si divide in nove borghi (ai quali si aggiunge il gruppo Sbandieratori e musici città di Alba): si parte dal centro, da piazza del Duomo, con il Borgo San Lorenzo, un po’ il Real Madrid del folklore, bello, ricco, spettacolare e per questo inviso a molti degli altri borghi, a partire dal Borgo Moretta, il più periferico, ma al contempo il più competitivo dei borghi. Una rivalità meravigliosa che coinvolge Il Borgo dei Patin e del Tesor, Borgo San Martino, Borgo di Santa Barbara, il Borgo dei Brichèt da una piccola collinetta di piazza San Giovanni, il Borgo delle Rane, il Borgo di Santa Rosalia (che da sempre vanta ironicamente di possedere la vera “attrattiva” di Alba, il dosso di Strada Cauda) e il Borgo del Fumo.
In qualità di presentatore del Palio ho avuto il privilegio di poter avere accesso alle sedi di numerosi di questi nove borghi: un’esperienza emozionante, sorprendente e che permette di capire a pieno quanto lavoro, passione, dedizione e arte si nasconda dietro al lavoro degli uomini e delle donne dei borghi. A partire dal presidente della giostra Luca Sensibile.
Un lavoro che dura un anno e che si corona con la sfilata nelle vie di Alba che da sempre apre le danze alla competizione della rievocazione storica e del Palio dei ciuchini: un lavoro fatto di mani sapienti che cuciono, rammendano, impreziosiscono, personalizzano centinaia di abiti. Lo definirei quasi un mondo parallelo dove, una volta entrati, ci si ritrova a scegliere quale corona sia la migliore, quale mantello sia il più indicato, quale fodero si abbini meglio all’abito.
Un’esperienza suggestiva che mi ha fatto capire ancora di più quanto questi nove gruppi di volontari rappresentino il cuore pulsante della città: sempre in goliardica competizione tra di loro, ma tutti uniti da un unico comun denominatore, l’amore per Alba e il profondo desiderio di animare la città con le iniziative folkloristiche che popolano il calendario di eventi.
Eventi che quest’anno si dimostrano particolarmente numerosi: qui devo fare un plauso alla squadra di Liliana Allena e del direttore Stefano Mosca perché in passato ho avuto spesso la sensazione che si volesse riservare ai borghi un ruolo di comprimari. Gli anni difficili dell’emergenza pandemica hanno riaperto gli occhi sull’importanza dello spettacolo messo in scena dai borghi cittadini.
Passiamo l’anno a organizzare convegni per vantarci, anche giustamente, di come il signor Peter e la signora Mary di Sidney o di come la neolaureata Jenny dal New Jersey guardando il mappamondo, tra tanto ben di Dio, abbiano scelto una piccola cittadina di 30 mila abitanti, mal collegata al resto del pianeta e la risposta è sempre una e una sola: Peter, Mary, Jenny cercano una cosa e una soltanto, un’esperienza che non possono fare altrove, cercano l’Italia, il Piemonte, le Langhe. Non le mutande nelle catene di negozi in via Maestra.
Peter, Mary e Jenny vogliono sentire rullare i tamburi nelle vie di Alba, desiderano fotografare i meravigliosi costumi dei borghigiani o assistere al Palio dei ciuchini. Nell’edizione 92 Peter, Mary e Jenny si potranno sbizzarrire perché lo spazio dedicato ai borghi sarà finalmente quello che essi meritano tra Bela trifolera dei borghi, investitura del Podestà, svelamento del drappo del Palio, premiazione dell’amico della Giostra, rievocazione storica, Palio e ben due fine settimana dedicati al Baccanale, dopo due anni di stop.
“La storia dei borghi è talmente cinematografica che bisognerebbe dedicarle un film”, e infatti ci ha pensato il regista torinese Max Chicco, con la Giostra delle Cento Torri, la città di Alba e la Fondazione Radici. Un’opera che sarà presentata il prossimo 25 settembre e che si aggiunge come ulteriore tassello a ringraziamento e celebrazione dei borghigiani e della loro maestria: una splendida banda che, insieme agli asini, rende imperdibile e indimenticabile la kermesse albese.