Luca Robaldo, sindaco di Mondovì, è in campo per la presidenza della Provincia.
Sono stati giorni complicati, a tratti è stato difficile e anche spigoloso il confronto con la sua area politica di provenienza.
Ora, in una nota stampa, Robaldo ribadisce le ragioni che lo hanno indotto a sciogliere le riserve nonostante con i partiti di centrodestra, Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, non sia stato possibile raggiungere un’intesa che avrebbe portato - in chiave “civica” – ad una soluzione unitaria per la guida dell’Amministrazione provinciale.
Scrive Robaldo: Ho letto più volte la lettera con cui il Sindaco di Busca, l'amico Marco Gallo, mi ha rivolto l'appello a valutare la possibilità di candidarmi a Presidente della Provincia.
Un appello che è stato raccolto da decine di Sindaci che lo hanno sottoscritto e da tanti Amministratori che mi hanno telefonato e fatto pervenire messaggi di incoraggiamento.
A loro voglio rivolgere il mio ringraziamento e l'apprezzamento per avere indicato a tutti un metodo di lavoro che dovrebbe, a mio avviso, sempre guidare le scelte di chi ricopre ruoli istituzionali.
Un metodo fatto di condivisione, confronto e presenza. Un metodo distante dalla rissa continua, dal continuo costruire recinti nei quali rinchiudere un territorio che, al contrario, ha bisogno delle sue forze migliori per poter progredire e dare risposte ai cittadini, agli imprenditori, alle categorie.
La Provincia di domani, indipendentemente da chi la guiderà, dovrà fare questo: disegnare la Granda del 2050 attraverso la visione di lungo periodo e l'azione quotidiana, quella dedicata a risolvere i problemi che ognuno di noi Amministratori affronta giorno per giorno. Cioè il lavoro che fanno le donne e gli uomini che siedono nelle Istituzioni.
È per questo che condivido le parole di Marco e che guardo alla sua esperienza amministrativa con ammirazione, sapendo che anche negli altri Comuni della nostra provincia si lavora da anni con la stessa determinazione.
Sono consapevole che tanta parte della fiducia che c'è nelle 60 firme apposte in calce all'appello che mi è stato lanciato proviene dal mio percorso professionale e dalle persone che mi hanno consentito di affrontarlo.
Persone sulle quali la nostra terra ha potuto e potrà sempre contare perché guidate da quel "metodo Cuneo" che viene prima e va al di là dei partiti, senza per questo destituirli di credibilità. Persone che operano nel proprio impegno politico con serietà, correttezza e trasparenza.
È anche da qui che si costruisce una Comunità e, a mio avviso, oggi più che mai c'è bisogno di Comunità.
La mia candidatura è in campo per questo ed è rivolta ai 2800 amministratori comunali che sono chiamati al voto. È rivolta, infine, alla politica dei partiti, alla quale chiedo di guardare insieme a noi a questo metodo senza rinnegare la propria parte ma sostenendo questo percorso di dialogo inclusivo e di attenzione alle specificità dei territori”.