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Attualità | 25 agosto 2022, 07:24

Cent'anni dalla nascita di Fratel Luigi Bordino: le celebrazioni conclusive ad Alba e Castellinaldo

Opportunità di approfondire e di far conoscere il messaggio del Beato che continua a parlare alla vita di tanti

Nella foto la statua del Beato Fratel Luigi Bordino, inaugurata a Bra nell’ambito delle celebrazioni del Centenario

Nella foto la statua del Beato Fratel Luigi Bordino, inaugurata a Bra nell’ambito delle celebrazioni del Centenario

Il 12 agosto 1922 è una data importante che sancisce la nascita di chi ha fatto della propria vita una missione a favore del prossimo. Il Centenario di Fratel Luigi Bordino offre l’opportunità di approfondire e di far conoscere la novità che il Beato continua ad imprimere nella storia, la ‘vibrazione’ della fede che ha trasmesso con la sua esperienza, per il bene della Chiesa e della società. 

Sono tante le iniziative a Castellinaldo e ad Alba per rendere questa ricorrenza, giunta alla conclusione, ricca di spunti per il nostro vivere quotidiano. Prendete nota. 

Sabato 27 agosto, ore 21, presso la chiesa parrocchiale di Castellinaldo, concerto spirituale ‘Mysterium Salutis’ con l’Alba Vocal Ensemble, diretto da Giuseppe Olivero, organista Gabriele Studer - pagine di polifonia sacra di don Claudio Carena (Vicario Generale), con guida all’ascolto a cura dell’autore; 

domenica 28 agosto, ore 11.15, presso la chiesa parrocchiale di Castellinaldo, celebrazione della Santa Messa e partenza del cero e della statua che verrà installata nella cattedrale di Alba domenica 4 settembre. Ore 18, in piazza Castello, a Castellinaldo, va in scena ‘Aperitivo & Solidarietà’: grazie alla collaborazione e alla disponibilità dei vinaioli di Castellinaldo, l’evento ‘Barb-is’ si ripete con un ultimo appuntamento estivo che si arricchisce di solidarietà in quanto parte del ricavato verrà devoluto per il Centenario (prenotazione obbligatoria presso Riccardo: 345/1287882); 

giovedì 1° settembre, ore 21, a Castellinaldo, giardino inferiore del Castello, c’è ‘Oltre la roccia… con lo sguardo di Fratel Luigi’, meditazione e preghiera animata alla scoperta del Beato; 

venerdì 2 settembre, ore 21, presso la chiesa parrocchiale di Castellinaldo, concerto della Corale Stella Alpina con meditazione sul periodo da alpino di Fratel Luigi, durante la campagna di Russia; 

sabato 3 settembre, ore 21, a Castellinaldo, giardino inferiore del Castello, ci sarà lo spettacolo teatrale su Fratel Luigi dal titolo ‘Il gigante buono’, a cura della compagnia Teatrale ‘I Retroscena’ di Druento (ingresso ad offerta libera); 

domenica 4 settembre, processione con la statua del Beato dalla Piccola Casa del Cottolengo di Alba verso la Cattedrale di Alba. Ore 16, arrivo in Cattedrale e Santa Messa di chiusura del Centenario, presieduta dal vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti con apertura del secondo anno del percorso sinodale ‘In cammino con Gesù e i nostri santi e beati albesi’. Benedizione della statua che verrà installata nella cattedrale di Alba. Invito particolare a tutti i cori della Diocesi, ai coordinatori dei gruppi sinodali oltre che a tutto il popolo di Dio della Diocesi di Alba. 

Biografia ufficiale alla mano, Andrea Bordino nasce a Castellinaldo il 12 agosto 1922, terzo di otto figli. Vive la propria esuberante giovinezza tra la casa, le vigne paterne e la parrocchia. Trascinatore di ragazzi e di giovani, è nominato delegato aspiranti e poi presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale. 

Nel gennaio 1942, è arruolato nell’Artiglieria Alpina della Cuneense, dove trova suo fratello Risbaldo, rientrato dalla Campagna di Albania. Il 15 agosto entrambi i Bordino partono per la famosa Campagna di Russia. Il comando del Quarto Reggimento di Artiglieria s’installa a Sollonscki, un villaggio tra Valujki e Rossosh. Caduti prigionieri nel gennaio 1943, i Bordino soffrono insieme la tragica ritirata per circa un mese. 

In una notte all’addiaccio con temperature polari, Andrea e Risbaldo fanno voto: “Se ritorniamo a Castellinaldo, faremo un pilone alla Madonna Consolata, vicino alla nostra casa”. Avvinghiati l’un l’altro, i due fratelli pregano tutta la notte. Alle prime luci del mattino si trovano circondati da oltre 200 cadaveri. I Bordino vengono separati ad Akbulak. Andrea è destinato alla Siberia, dove vi rimane per due anni. Ridotto a scheletro umano viene internato nel lazzaretto di Spassh. Tuttavia continua a pregare, a confortare ed a sostenere i feriti, gli infettivi e specialmente i morenti. Incoraggia tutti quelli che può: “Preghiamo un’Ave Maria. Se ritorno mi faccio frate e voglio dedicare il restante della mia vita per servire i malati più poveri in stato di abbandono”. Nella primavera del 1945, insieme ad un gruppo di scampati è trasferito in Uzbekistan, dove si coltiva il cotone. 

Andrea è ancora distrofico, non può lavorare, per cui resta nel lazzaretto del campo. Colpito da tifo petecchiale, elude la scarsa sorveglianza dei guardiani mongoli, penetra dagli infettivi e dai morenti, portati nella Baracca della morte dove nessuno più li tocca fino al loro decesso. E se ne prende cura meglio che può, per sollevarli dalle piaghe da decubito. 

Nell’autunno del 1945 i Bordino rientrano in famiglia. Andrea si considera miracolato, comprende il dono di Dio e decide di non poterlo godere da solo. Il 23 luglio del 1946, insieme alla sorella Ernestina, bussa alla porta della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino. “Desidero consacrarmi a Dio tra i Fratelli di San Giuseppe Cottolengo per servire i poveri abbandonati”. Indossato l’abito religioso assume il nome di Fratel Luigi della Consolata. Ernestina prende il velo, assumendo il nome di suor Pia. 

Esemplare uomo di preghiera, dedica la propria vita al servizio della carità, per puro amore di Dio. A fianco di medici ed infermieri realizza una lusinghiera carriera professionale. Nel contempo vive un’invidiabile esperienza di vita interiore, che raggiunge le frontiere della mistica del servizio. Nei poveri serve Gesù. Tra loro semina fede, ottimismo e speranza, come già ha fatto con i disperati dei lager sovietici. Egli vive alla lettera il ‘Caritas Christi urget nos’ nello spirito di San Giuseppe Cottolengo. 

Nel 1975, improvvisamente è colpito da leucemia mieloide. Per due anni continua a ripetere: “Deo Gratias, questi sono i giorni della Divina Provvidenza! Deo Gratias sempre”. Inesorabile la malattia gli distrugge il corpo, ma egli continua a benedire Dio: “Ho finalmente qualcosa da offrire al Signore”. Andrà incontro alla morte, cantando la bontà di Gesù e delle beatitudini, senza smettere di pregare con la corona del Rosario. 

Fratel Luigi muore a Torino il 25 luglio 1977. La fama della sua santità assume subito dimensioni rilevanti, a cominciare dal suo funerale, concluso al cimitero monumentale, dove la folla partecipante esplode con il canto del Magnificat. Dal 1997 il suo corpo riposa presso la Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino. 

Sabato 2 maggio 2015, nell’Area Vitali del Parco Dora, a Torino, si è svolta la solenne cerimonia di beatificazione, presieduta dal cardinale Angelo Amato, in rappresentanza di papa Francesco. Al termine della celebrazione, monsignor Cesare Nosiglia, l’allora arcivescovo del capoluogo piemontese, ha detto: “Fratel Luigi è stato un esempio di ciò che la Chiesa ha bisogno: poche parole e fatti concreti a favore delle tante persone che si trovano in difficoltà, morale, economica, familiare e di salute”. Deo Gratias.

Silvia Gullino

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