Dallo scorso 10 giugno, quando si è svolto l’ultimo Consiglio provinciale presieduto da Federico Borgna, a livello politico – guardando allo scenario nazionale – è successo di tutto. Dallo strappo della fronda guidata da Luigi Di Maio con il Movimento Cinque Stelle fino all’abbandono di Forza Italia da parte di alcuni dei suoi esponenti più rappresentativi, a partire da Maria Stella Gelmini e Renato Brunetta (con Mara Carfagna che ha già preso le distanze), passando – ovviamente - per l’esplosione del campo largo a livello nazionale, con le dimissioni del premier Draghi, e il conseguente annunciato scioglimento delle Camere, che tuttavia non impedirà ai parlamentari uscenti di maturare l’agognato vitalizio.
Gli Italiani saranno dunque chiamati alle urne il prossimo 25 settembre, scegliendo i propri rappresentanti con il sistema elettorale misto del Rosatellum, in uno scenario ulteriormente complicato dal taglio ai Parlamentari, che riduce il numero dei deputati da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200: guardando ad Alba, Bra, Langhe e Roero, i cittadini aventi diritto al voto concorreranno all’elezione di un rappresentante alla Camera nel Collegio uninominale U04 (insieme ad Asti e provincia, mentre il resto della provincia Granda eleggerà un secondo rappresentante) e un rappresentante al Senato nel collegio che, insieme al Cuneese, si allarga anche a Pinerolese e Carmagnolese, in provincia di Torino.
Mentre sono partite le grandi manovre per il riposizionamento e la corsa alla candidatura degli esponenti uscenti (al Senato Marco Perosino – Forza Italia, Giorgio Bergesio – Lega, Mino Taricco – PD, che ha escluso una sua ricandidatura, Emma Bonino per +Europa, eletta nel collegio Roma 1, Daniela Santanchè – Fratelli d’Italia, eletta a Cremona; alla Camera Enrico Costa – Azione, eletto nel 2018 per la coalizione di centrodestra, Flavio Gastaldi - Lega, Fabiana Dadone – M5S, Chiara Gribaudo – PD e Guido Crosetto – Fratelli d’Italia, dimissionario nel 2019), le trattative si intersecano con le elezioni del Consiglio provinciale, previste anch’esse per il prossimo 25 settembre.
Borgna, scaduto il suo mandato da sindaco di Cuneo, ha ceduto le sue funzioni al vicepresidente Massimo Antoniotti, in quota Forza Italia, che non essendo tuttavia sindaco (dopo i tre mandati da primo cittadino di Borgomale) non potrà concorrere alla carica che ricopre pro tempore. E allora, via alle danze, con voci di corridoio che vedrebbero in pole position il neo sindaco di Mondovì, Luca Robaldo, con la sua candidatura costruita sull’asse PD-Azione, intrecciata con le vicende elettorali del capoluogo della Granda che hanno portato all’elezione della sindaca Patrizia Manassero (che sembrerebbe tuttavia essere fuori dai giochi per la nomina provinciale).
Tutto deciso, dunque? Niente affatto. Perché – secondo i soliti bene informati – la figura di Robaldo sarebbe, a differenza di quella trasversalmente apprezzata di Borgna - “divisiva”, trovando la ferma opposizione di Lega e Fratelli d’Italia. Sembrerebbe invece esserci il benestare del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio (anche se il condizionale è d’obbligo, soprattutto dopo le recenti novità romane), il cui silenzio successivo alle dimissioni di Draghi fa piuttosto rumore.
Ai malumori di natura politica si sommerebbero inoltre quelli territoriali, considerando l’eccessivo sbilanciamento di poteri verso il Monregalese, che già esprime il presidente della Fondazione CRC, Ezio Raviola, succeduto a Giandomenico Genta. Il malcontento monterebbe innanzitutto dalle parti di Alba, con il sindaco Carlo Bo indicato quale possibile outsider, anche perché ampliando lo sguardo alle colline intorno alla Città di Alba non dispiacerebbe in alcuni ambienti del centrosinistra. Da tempo l’esponente di Forza Italia sta lavorando come riferimento del territorio ampio di Langhe e Roero, che ha legittime aspettative (come bene o male tutti i territori della Granda, del resto), anche in virtù delle importanti opere pubbliche - alcune delle quali collegate al PNRR – che verranno cantierate nei prossimi anni, a partire dal terzo ponte sul Tanaro di Alba, la cui progettazione verrà bandita a giorni dalla Provincia.
Sempre sul fronte centrodestra, non è da escludere una candidatura del sindaco di Boves Maurizio Paoletti, segretario provinciale forzista, mentre sono in ribasso le quotazioni del segretario provinciale del Partito Democratico, Mauro Calderoni, sindaco di Saluzzo.
Poche certezze, al momento: dopo il listone unico della penultima tornata, è più probabile che si ripresenti una soluzione simile a quella dell’ultima elezione (che vide 4 liste in campo). Quel che è certo, è che mentre gli Italiani sceglieranno i rappresentanti della prossima legislatura, il 25 settembre al voto andranno 2.802 Amministratori dei 247 Comuni della Provincia, chiamati a indicare i 12 colleghi che siederanno in Consiglio provinciale. I voti verranno calcolati sulla base di un sistema elettorale "ponderato": i voti espressi dai singoli amministratori verranno conteggiati secondo un moltiplicatore basato sulla dimensione (calcolata per abitanti) del Comune di provenienza.
Insomma, i giochi per scegliere il nuovo Consiglio provinciale sono aperti e la partita è tutta da giocare.