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Al Direttore | 26 giugno 2022, 09:01

"Da sempre in Russia l'autocrazia è regola. E l'Occidente non invidiabile"

Riceviamo e pubblichiamo

Foto da: Pixabay

Foto da: Pixabay

Egregio direttore,
come si vede da un paese della provincia la continuazione della guerra fra Russia e ucraina? Da una parte l’aggressione inaccettabile messa in atto dalla Russia con intenti di conquista  territoriale ed etnica; dall’altra, l’Ucraina che rivendica a ragione la sua indipendenza come entità a sé stante.

Premesso che questa guerra,  come tutte le guerre, imbestialisce gli uomini, i soldati russi hanno confermato che odiano i nemici, sono feroci. Sono lo stesso stampo di soldati che ci ricordano la sorte inumana che riservavano ai nostri combattenti durante la ritirata di Russia, e gli eccidi e gli stupri perpetrati verso milioni di tedeschi nella occupazione della Germania durante la 2a Guerra mondiale. La loro non fu solo la reazione o la vendetta contro gli invasori dell’Asse.

I russi definiscono “nazisti” gli ucraini. Non scandalizziamoci, non dimentichiamo che da sempre chiamano “fascisti” o “nazisti” i loro nemici. Lo prescriveva già Stalin negli anni Trenta nei confronti di tutti coloro  che combattevano il comunismo. L’accusa è stata lanciata anche nei confronti della Jugoslavia  e della Cina nei periodi di crisi dei loro rapporti.  Ma di grazia, nell’Italia democratica e antifascista non accade che coloro che non sono politicamente corretti e sono oppositori dichiarati vengano definisti “fascisti”?

E’ puerile constatare l’insistenza con cui i nostri giornalisti chiedono a quelli russi di ammettere che da loro non esiste libertà di pensiero e di informazione. Fatto risaputo ed evidente. Se così non fosse non ci sarebbe motivo di contendere fra noi e loro sul sistema democratico. Del resto per storia, cultura, mentalità e religione in Russia da sempre l’autocrazia è una regola, e probabilmente per loro l’Occidente non è del tutto invidiabile.

Per apparire noi sempre più liberi e democratici, o meglio per fare spettacolo, le TV italiane hanno preso l’abitudine di collegarsi con giornalisti e opinionisti russi.  I risultati possono apparire divertenti o stucchevoli.  Nel talk show “”Diritto e rovescio” di Del Debbio, l’on. Andrea Ruggieri di Forza Italia, ha contestato la giornalista russa buttandole  in faccia: ”Dovete mettervi in testa che non siete più una potenza mondiale!”. Non è dato sapere il commento dei russi che hanno ascoltato la battuta.

Su “Controcorrente”, il giornalista Giuseppe Cruciani ha evidenziato il commento autorevole di Henry Kissinger, già segretario di Stato americano, sulla necessità, per evitare il peggioramento della situazione internazionale, di una pace di compromesso che comporterà inevitabilmente cessioni territoriali da parte dell’Ucraina. Il giornalista Antonio Capranica, vecchio corrispondente dall’estero, ospite fisso della trasmissione, ha replicato con prosopopea:” Kissinger è fermo all’anno 1938, all’epoca delle rivendicazioni territoriali di Hitler”. Nessuno però ha precisato che anche lui, Capranica, è fermo al Churchill di allora, inglese irremovibile, che magari salvò l’Inghilterra dal disonore, ma che pure così si arrivò alla guerra mondiale.

Mentre il governatore della Banca d’Italia Visco annuncia che in seguito agli eventi bellici il livello di inflazione ha raggiunto il 6,9% (il più alto dal 1986) e la situazione economica si aggrava per la crisi energetica e l’aumento dei  prezzi delle materie prime e agroalimentari, il presidente del consiglio Draghi e chi lo sostiene menano vanto per il raggiunto accordo europeo che stabilisce il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, il che non permetterà più a Putin – secondo loro – di continuare  a  finanziare la guerra .  Sta bene che i dettami dell’alleanza occidentale e dell’Unione europea ci richiedono di aderire a queste decisioni, ma almeno non strombazziamo agli italiani che si tratta di un successo politico.

Nessuna delle parti in guerra vuole cedere. Allora un’ultima avvertenza: bando alle falsità e alla facile propaganda, il senso di responsabilità comporta che tutti noi siamo avvertiti che la guerra continuerà ancora a lungo, e che quindi dobbiamo prepararci al peggio, al fine di permetterci almeno di metterci il più possibile al riparo.

La reazione della Nato, degli Usa e dell’Europa all’inconcepibile invasione russa dell’Ucraina è stata necessaria per ridimensionare le pretese espansionistiche di Putin. Se l’Ucraina capitolasse facilmente, probabilmente la guerra dilagherebbe in tutta l’Europa orientale. Ma stiamo attenti a non trasformare la legittima e necessaria difesa dell’Ucraina in una sfida alla Russia, disattendendo ogni urgente trattativa di pace. Non ci resta che sperare.

Grazie per la pubblicazione,

Paolo Chiarenza - Busca

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