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Attualità | 22 giugno 2022, 13:26

In Bolivia la morte dell’albese Francesco Foglino: «La sua passione per il calcio come via per soccorrere gli ultimi»

Cinquantun’anni, da oltre venti si era stabilito nel Paese sudamericano dando vita a una onlus impegnata in progetti a favore dei minori

Francesco Foglino sui campi dell'associazione Apea

Francesco Foglino sui campi dell'associazione Apea

Grande impressione ha destato nella capitale delle Langhe la notizia, diffusasi nella mattinata di oggi, mercoledì 22 giugno, della prematura morte di Francesco Foglino, 51 anni, spentosi a La Paz, in Bolivia, a causa di un infarto.

Albese, figlio di Franco, figura molto conosciuta ai piedi delle cento torri per il suo impegno nell’ambito del sociale e dell’assistenza agli ultimi – come anche per quello politico, che lo vide assessore alle finanze nella prima giunta di Maurizio Marello –, Francesco Foglino si era trasferito nella capitale boliviana ormai più di vent’anni fa, nel 1996, dopo studi in Filosofia e Scienze Sociali all’Università di Torino e un master in Antropologia conseguito a Parigi, per dedicarsi a progetti di cooperazione sociale e allo sviluppo per conto di associazioni di volontariato, organizzazioni no-profit e non governative per le quali aveva operato inizialmente come volontario, poi facendone la sua professione e dando anche vita, nel 2007, alla onlus Apea (Action for an Active Education), impegnata nella difesa dei diritti dei minori attraverso lo sport.

"Una persona splendida – lo ricorda con grande affetto l’amico Fabio Tripaldi –, che aveva fatto della sua passione per il calcio un modo per promuovere l’inclusione tra gli ultimi, in un contesto non facile come quello di El Alto, un quartiere di un milione di abitanti sorto a nord della capitale boliviana. Nello sport Checco, come tutti lo conoscevano, aveva trovato una strada per operare a favore degli ultimi, per regalare loro una vita migliore onorando in questo l’esempio di una vita ricevuto dai genitori Franco e Annamaria. E lo metteva in pratica nello stesso modo in cui aveva imparato a farlo nella nostra città, dove tornava spesso e dove lo avevamo accolto ancora recentemente con la sua giovane famiglia, la moglie Maya e i figlioletti Enea e Leonardo. E' una perdita che ci addolora moltissimo e un amico che certamente ci mancherà".

Nel ricordo del consigliere comunale anche il supporto che alle sue attività era sempre arrivato dal gruppo di coetanei cresciuti con lui sui campi del Gs Europa, sotto gli insegnamenti del compianto mister Pierluigi Naso. Tra questi Stefano Salomone, per lungo tempo presidente della storica società sportiva langarola: "Fu, la nostra, un’esperienza sportiva ma anche di quartiere, che tuttora ci rendeva vicini, accomunati da un legame fraterno – racconta non senza commozione –. Checco l’ha saputa mettere in pratica nel modo migliore, facendone il perno di attività nel sociale alle quali provavamo a contribuire anche solo idealmente organizzando piccole iniziative di solidarietà, annuali cene e tornei sportivi, momenti che servivano a dare un modesto aiuto e a rinnovare la nostra amicizia. Ora la mia e nostra speranza è che il suo lavoro non vada perso, che la bella realtà da lui fondata possa proseguire sulla scorta del suo esempio continuando ad aiutare i più deboli come lui aveva fatto per tutta la sua troppo breve esistenza".

Ezio Massucco

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