Politica - 17 giugno 2022, 11:39

Provincia, sono iniziate le prime manovre tra i partiti per il dopo Borgna

Le maggiori chances sembrano essere per il neo sindaco di Mondovì Luca Robaldo, sul cui nome anche il presidente della Regione Alberto Cirio potrebbe mettere il cappello. Ma Fratelli d’Italia e Lega faranno le barricate

Luca Robaldo - foto Guazzone

Luca Robaldo - foto Guazzone

Non è per il momento in cima alla preoccupazioni della politica provinciale, tuttavia il nuovo assetto di vertice della Provincia comincia ad essere oggetto di pour parler.

L’ultimo Consiglio provinciale, presieduto da Federico Borgna, si è svolto venerdì 10 giugno ed è stata l’occasione del commiato.

Borgna, scaduto da sindaco di Cuneo, cessa il suo incarico da presidente della Provincia e le sue funzioni passano al vicepresidente Massimo Antoniotti.

La reggenza durerà fino all’autunno quando ci saranno le elezioni del nuovo presidente (il Consiglio è stato eletto lo scorso inverno), che deve essere – come da norma – un sindaco.

Non importa se di un piccolo o di un grande Comune: fondamentale è però che sia un sindaco.

Il vicepresidente Antoniotti, espressione di Forza Italia non potrà dunque essere in corsa.

Al momento le indiscrezioni si indirizzano sul neo sindaco di Mondovì, Luca Robaldo, fortemente sponsorizzato dal deputato di Azione Enrico Costa, il quale, con la sua lista “Granda in Azione”, aveva già esercitato il ruolo di ago della bilancia tra centrosinistra e centrodestra in occasione dell’elezione del Consiglio provinciale.

Nei corridoi della politica si mormora sia stato abbozzato un accordo tra Pd e Azione quando a Cuneo è stato dato il via libera alla candidatura a sindaco di Patrizia Manassero.

Nulla di ufficiale, ma se alla vittoria al primo turno di Robaldo a Mondovì corrispondesse analogo successo di Manassero a Cuneo al ballottaggio, l’operazione potrebbe essere perfezionata.

Il Pd e Azione hanno in comune l’interesse a tenere fuori dai giochi soprattutto Fratelli d’Italia e Lega, mentre appaiono più possibilisti nei confronti di Forza Italia, a maggior ragione dopo che il partito di Berlusconi è uscito ammaccato dalla recente tornata amministrativa.

Va da sé che i due partiti faranno le barricate per far saltare quella che ha tutte le caratteristiche di una conventio ad excludendum a loro danno.

Essendo prossime le elezioni politiche nel 2023, il centrodestra cercherà, per ovvie ragioni, di evitare spaccature e l’ultima parola, come sempre, sarà quella del presidente della Regione.

Cirio, nonostante la non brillante performance di Forza Italia alle elezioni comunali del 12 giugno, dovrà comunque far finta di tenere unito il centrodestra.

In ballo c’è il quieto vivere della maggioranza in Regione e, ancor più, il suo futuro destino personale.

Per questo, c’è da scommetterci, tenterà di sparigliare giocando le sue carte.

Resta il sospetto – nei Fratelli d’Italia e nella Lega – che l’opzione Robaldo al presidente della Regione non spiaccia affatto.

Il nuovo sindaco di Mondovì – almeno formalmente – non è uomo suo, ma Cirio è uomo di sostanza e non di formalità.

Tra un ombrellone e una costinata l’estate della politica cuneese, nei mesi a venire, si occuperà anche dell’Amministrazione provinciale.

Senza troppo stress, come la canicola di questi giorni consiglia.



Giampaolo Testa

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