Attualità - 04 giugno 2022, 13:16

Alba, canoni dei dehors troppo cari fuori dal centro storico: "Ultimo adeguamento vent’anni fa"

A giorni il confronto tra Aca, esercenti e Comune dopo la denuncia della titolare di un bar di corso Piave. L’assessore: "Il regolamento tiene divide la città in zone secondo la loro densità abitativa"

Alba, canoni dei dehors troppo  cari fuori dal centro storico: "Ultimo adeguamento vent’anni fa"

Tariffe dei dehors troppo care fuori dal centro storico albese? L’interrogativo è quello avanzato nei giorni scorsi da una esercente di corso Piave, Erika Bella, titolare del Bar “Il Baccanale” (leggi articolo). Una lagnanza rispetto alla quale l’Aca, raccogliendo anche altre segnalazioni, ha organizzato un incontro che, nella serata del prossimo 9 giugno, metterà di fronte gli esercenti e l’Amministrazione comunale.

Ma perché è nata questa “polemica”? La richiesta della titolare del bar si basa su due aspetti: quello relativo a un plateatico a suo dire eccessivo di per sé, in ragione del fatto che corso Piave non sarebbe centro storico, e quello relativo a una zona, che, sempre a suo parere, richiederebbe una maggiore valorizzazione in termini di eventi e manifestazioni.

Ma ci sono veramente differenze di zona? Il regolamento e le tariffe per l’applicazione della tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche”, approvato nel 1994, suddivide la città in tre categorie: "centro abitato", "zona limitrofa" e "frazioni". Non si parla di "centro storico", perché lo stesso, al pari di corso Piave e altre vie limitrofe, fa parte della categoria “centro abitato”, fascia nella quale rientrano corso Italia, piazza Savona, piazza San Paolo, il 1° tratto di corso Coppino fino al civico 7, via Vittorio Emanuele, via Mazzini, via Cavour, piazza Risorgimento, piazza Rossetti, via Vida, piazza San Francesco, piazza Mercato, piazza Marconi, piazza Garibaldi, piazza Pertinace, corso F.lli Bandiera, piazza Trento e Trieste, via Roma, piazza Medford, viale Torino fino al ponte di Tanaro, via Luigi Einaudi, corso Piave fino all’altezza di strada Cauda, corso Europa (fino all’altezza di via F. Centro), via Dario Scaglione, via P. Ferrero, piazza Cristo Re, viale Giovanni Vico, corso Langhe.

A livello economico ci sono differenze? L’ultimo aumento della Tosap risale al 2003, quando Alba superò i 30mila abitanti, e il canone subì un piccolo adeguamento assestandosi sul minimo previsto per Comuni con simile popolazione. Da allora la tariffa non è più aumentata. Dal 2003 ad oggi la Tosap non è stata modificata ma, nel 2021, sostituita dal “Canone Patrimoniale”.

L’assessore al Commercio Marco Marcarino riflette sulla tematica e precisa: «Il regolamento del 1994 non prevede differenze tra centro storico e altre vie limitrofe, ma le categorie tengono conto della densità di abitanti presenti in un determinato perimetro. La prima fascia denominata “centro abitato” include corso Piave al pari di altre vie, che l’esercente chiama "centro storico", ma, di fatto, questa distinzione non esiste. Detto questo il Comune accoglie la riflessione e parteciperà all’incontro perché credo che tutto sia migliorabile, per il bene della città».

E, a livello pratico, l’assessore conclude così: «Le tariffe sono praticamente invariate dal 2003, anno da cui Alba adotta la Tosap minimale per centri oltre i 30mila abitanti. Va sottolineato che parliamo di tariffe comunque molto contenute. Per fare un esempio pratico, la titolare del bar in questione, paga una tariffa di circa 9 euro al giorno per una superficie di circa 30 metri quadrati di dehors (0,31 euro al metro quadrato al giorno). Va sottolineato peraltro che non parliamo di una tassa ma, appunto di un canone, che pesa su chi ha liberamente valutato di servirsi del suolo pubblico per esercitare la propria attività».

Livio Oggero

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