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Curiosità | 02 giugno 2022, 08:41

Dal Museo della Bicicletta di Bra alla cittadinanza onoraria di Pomaretto: festa per Franco Balmamion (FOTO)

Al corridore due volte maglia rosa nel 1962 e 1963, l’abbraccio dei soci e del presidente Luciano Cravero

Nella foto il corridore Franco Balmamion, insignito della cittadinanza onoraria di Pomaretto

Nella foto il corridore Franco Balmamion, insignito della cittadinanza onoraria di Pomaretto

Pomaretto è un piccolo paese in provincia di Torino, famoso per la sua cultura, l’arte, il vino e anche… per essere la città di Franco Balmamion.
Ebbene sì, il corridore piemontese ha ricevuto lunedì 30 maggio, la cittadinanza onoraria, accolto dal sindaco Danilo Stefano Breusa, dall’Amministrazione comunale, da numerose autorità e da un pubblico delle grandi occasioni.

Per lui anche le congratulazioni dei soci del Museo della Bicicletta di Bra, con a capo Luciano Cravero, presidente, ideatore e fondatore della permanente ospitata presso lo stabilimento Bra Servizi di corso Monviso, spazio che più volte ha avuto l’onore di ospitarlo per l’anniversario sociale.

Tutti ad omaggiare il campione classe 1940, maglia rosa nel 1962 e 1963. Mica male, per uno che è arrivato sul podio più alto senza mai vincere una tappa. Successi anche in una Milano-Torino, in un Giro dell’Appenino, in un Campionato di Zurigo e in un Giro di Toscana dov’era in palio la maglia tricolore.

Un bottino di tutto rispetto, fatto anche di tanti ottimi piazzamenti, compreso un terzo posto nel Tour de France del 1967. Un’epoca di autentici fuoriclasse. Di quelli che i bambini cercavano nelle biglie e facevano correre in piste costruite sulla sabbia. Di quelli che i piccoli in spalla ai papà si sbracciavano a salutare quando passava il Giro. L’epoca di Eddy Merckx, ovviamente, ma anche l’epoca di Felice Gimondi, Jacques Anquetil e di Vittorio Adorni.

E l’epoca di Franco Balmamion, una faccia che sarebbe stata ideale per un samurai; invece è di Nole Canavese, cittadina da cui ha ereditato la cortesia e le buone maniere fin da quando iniziò a gareggiare per lo storico Gruppo Sportivo Martinetto di Ciriè.

Dopo la leggenda di Fausto Coppi, c’è il suo nome scolpito nell’albo d’oro del Giro d’Italia, a tenere alto l’orgoglio del Piemonte nella corsa rosa. Un successo che corona il sogno di un bambino, cresciuto tra le carezze delle valli alpine e diventato un ciclista forte e fiero. Un esempio per tutti.

Silvia Gullino

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