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Attualità | 02 giugno 2022, 16:14

Il grido d’allarme delle case di riposo: "Avanti di questo passo saremmo costrette a chiudere"

Insieme ai vescovi della Granda, l’associazione che rappresenta buona parte delle 152 Rsa attive in provincia chiede alla Regione interventi urgenti. Tra le problematiche spese per le utenze raddoppiate a 5-6 milioni di euro l’anno, la fuga degli infermieri e rette in convenzione non più adeguate dal 2013

“I tre incontri rivolti ai primi cittadini dei Comuni sede di case di riposo, che abbiamo appena organizzato a Cuneo, Alba e Pinerolo, a cui sono intervenuti anche i Vescovi delle rispettive Diocesi, sono stati molto positivi. Ci hanno dato infatti modo di fare chiarezza sulla situazione reale che stiamo vivendo e dare consapevolezza agli amministratori locali che le misure finora ventilate dalla Regione Piemonte non sono sufficienti ad evitare il rischio di tracollo dell’intero sistema. I sindaci e gli assessori intervenuti, hanno ben percepito la gravità del quadro generale e si sono resi disponibili a farsi da tramite con i loro colleghi che non hanno potuto partecipare, affinché tutti sottoscrivano il documento rivolto alla Regione Piemonte contenente alcune puntuali richieste di intervento sulle residenze per anziani che abbiamo preparato. Nel mentre accogliamo con favore la disponibilità ad incontrarci il prossimo 9 giugno arrivata dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Il dialogo è la strada migliore per provare a risolvere i problemi ed evitare di dover ricorrere ad altre forme di protesta”.

Questa l’analisi della situazione unanime condivisa a caldo all’indomani del triplice appuntamento organizzato lunedì 30 e martedì 31 maggio dall’Associazione Provinciale Cuneese Case di Riposo Pubbliche e Private, dalle Diocesi di Cuneo, Fossano, Alba, Saluzzo, Mondovì, Pinerolo e dalla Diaconia Valli Valdesi.

 

I NUMERI DELLE RSA IN PROVINCIA

In provincia di Cuneo le strutture RSA e RA sono 152 in tutto, per un totale di 7.416 posti letto di cui 6.395 occupati (86%). Di questi 4.653 sono accreditati, ma solo 2.042 occupati da pazienti convenzionati (44%), con una lista di attesa di 1.380 posti letto convenzionati Rsa. Le strutture della provincia di Cuneo hanno 4.600 dipendenti diretti, a cui se ne aggiungono 1.350 circa di indiretti, per fatturato annuo complessivo di 202 milioni di euro, di cui il 76% sono retribuzioni.

Nel distretto pinerolese dell’ASL TO3 vi sono 23 RSA, per un totale di circa 1.600 posti letto, dei quali 1.118 accreditati. Solo il 49% di questi ultimi risulta occupato da pazienti convenzionati. Complessivamente le RSA pinerolesi danno lavoro a circa 1.450 persone. Il loro fatturato annuo complessivo corrisponde a circa 50 milioni di euro e 35 milioni circa l’ammontare delle retribuzioni.

LE RICHIESTE ALLA REGIONE

Nel documento indirizzato al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi e all’assessore alla Programmazione socio-assistenziale e socio-sanitaria Maurizio Marrone, i rappresentanti delle case di riposo avanzano 4 richieste di intervento specifiche e concrete.

La prima riguarda un intervento economico urgente e straordinario per far fronte all’eccezionale aumento dei costi relativi alle forniture energetiche e ai dispositivi di sicurezza per l’emergenza Covid-19, oltre quanto già sottoscritto nell’accordo dello scorso 10 maggio.

Poi l’adeguamento Istat delle rette riconosciute dalla Regione alle Rsa, bloccate dal 2013, ben oltre il 3,9 % in fase di deliberazione da parte della Regione.

Il terzo punto concerne l’incremento del budget per aumentare il numero dei posti letto in convenzione, con conseguente vincolo di destinazione di spesa.

Infine si chiede l’esclusione dal calcolo della tariffa, per le famiglie che pagano la retta intera (che sono circa il 57% del totale), del costo del direttore sanitario e del personale sanitario.

 

CARO BOLLETTE PESA PER MILIONI

“La situazione finanziaria delle case di riposo – concludono –, già fortemente provata da due anni di pandemia, sta subendo un grave contraccolpo per effetto dell’aumento dei costi per l’assunzione di personale sanitario e socio-sanitario, per la fornitura di Dpi e per gli screening, per l’acquisto delle attrezzature sanitarie, nonché a causa del notevole aumento delle spese relative alle utenze, che per la luce e per il gas è di circa il 100% e che equivale per le strutture della provincia di Cuneo a costo aggiuntivo di 5-6 milioni di euro all’anno e per le Rsa pinerolesi di 1,2/1,3 milioni di euro all’anno. Permane il grosso problema della carenza degli infermieri che sono stati dirottati a causa della pandemia presso le Asl e gli ospedali e che abbiamo bisogno che ritornino al più presto presso le nostre strutture. Di questo passo saremo costretti a chiudere”.

Redazione

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