Scuola e corsi - 17 maggio 2022, 14:01

I dirigenti sulle future nuove scuole della Granda: "Nella progettazione Provincia e Comuni dialoghino con noi"

Continua il dibattito sulla scuola e sui nuovi edifici che verranno costruiti grazie ai finanziamneti del PNRR. E' intervenuto sul tema il dirigente dell'Itis di Cuneo, nella sua veste di presidente provinciale dell'ANP

I dirigenti sulle future nuove scuole della Granda: "Nella progettazione Provincia e Comuni dialoghino con noi"

Gli importanti investimenti che, da qui ai prossimi quattro anni, interesseranno le scuole della Granda, stanno creando molto dibattito.

In provincia avremo quattro nuove scuole superiori, edifici costruiti ex novo, belli, luminosi e a basso impatto energetico. A Cuneo, a Bra e a Mondovì, dove saranno due. Ma ci saranno anche nuove scuole elementari, asili, medie. I fondi del PNRR dedicati proprio all'edilizia scolastica sono un'opportunità straordinaria, che va sfruttata al meglio e che vincola nei tempi, molto stretti. 

Sul tema è intervenuto anche Ivan Re, presidente provinciale dell'ANP, Associazione nazionale presidi. Pubblichiamo la lettera in cui, a nome dei dirigenti che rappresenta, invita le istituzioni al confronto con chi, le scuole, le vive.

Ecco il testo:

Finalmente una buona notizia. In tutta Italia verranno finanziati lavori per scuole nuove. Anche nella provincia di Cuneo i Comuni e la Provincia hanno ottenuto finanziamenti importanti per quattro scuole. Un numero che potrà apparire poco rilevante, ma che così non è.

E come Presidente provinciale ANP (Associazione Nazionale Dirigenti) non posso che rallegrarmene. Certo, non deve essere letto come punto di arrivo, ma di ripartenza per dare finalmente ai nostri studenti scuole sicure, belle, dove la didattica possa esprimersi in modo creativo anziché costretta ad adattarsi a spazi angusti e del tutto inidonei.

Da tempo lamentiamo scarsa attenzione ai locali scolastici. Spesso si tratta di ex conventi che, nel tempo, sono stati adibiti a carceri prima, ospedali poi ed infine sono divenuti scuole. Peraltro quelle costruite ex-novo negli anni settanta spesso risultano quelle che versano nelle peggiori condizioni.

Come ritenete possibile educare al gusto del bello, insegnare l’arte e la scienza, sperimentare il valore della storia o della letteratura, in un paese che celebra come eccezionale ciò che dovrebbe essere normale. Avere scuole belle e sicure. E non locali fatiscenti, che a causa di una scarsa se non assente manutenzione, sono  spesso pericoli incombenti per chi li frequenta.

Costruire una scuola nuova ha dei costi. Ma se crediamo che l’istruzione rappresenta il futuro dei giovani e del paese, come continuamente sentiamo dichiarare, occorre farsene carico.

Esattamente come occorre farsi carico del problema cronico della carenza di aule. Un problema che colpisce diverse zone del cuneese.

A noi dirigenti scolastici spetta il compito di gestire quanto i legittimi proprietari (Comuni e Provincia) ci mettono a disposizione. E’ per questo motivo che chiediamo con forza a Sindaci e Consiglieri provinciali di progettare il futuro dei nostri giovani, iniziando a farlo nel presente. E’ necessario che si pianifichi, a partire da oggi e per i prossimi anni, una manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici, destinando risorse e non soltanto bellissimi slogan.

Aggiungerei che le risorse economiche non sono tutto. Perché queste devono accompagnarsi a scelte politiche e capacità progettuale. Il PNRR rappresenterà una fonte importante, ma non infinita, di finanziamento. Per questo motivo diventa strategico, a fianco di una manutenzione continua, avere la capacità di attrarre risorse con progetti che non siano frutto estemporaneo verso chi grida più forte o ha migliori uffici per il proprio campanile, ma rappresentino una visione lunga dei prossimi cinquanta anni.

Altrettanto importante è il dialogo che si deve instaurare tra enti proprietari e dirigenti scolastici affinché la progettazione tenga conto degli aspetti edilizi (scuole sicure, belle, a basso consumo energetico) e di quelli didattici.

L’insegnamento è molto cambiato e ciò che funzionava nella scuola di inizio del secolo scorso oggi spesso non funziona più. Un edificio non è solo corridoi ed aule. Oggi la didattica la si fa con classi aperte (modulari), utilizzando le tecnologie informatiche (che richiedono banalmente tende oscuranti), in spazi all’aperto dove gli studenti sperimentano l’apprendimento in un contesto differente, attraverso metodologie anche molto innovative. La scuola edificio resta la precondizione ad ogni progettazione didattica.

Per questo, come ANP, chiediamo a Comuni e Province di farsi promotori di una rivoluzione silenziosa, che attraverso il dialogo con le Scuole sappia progettare gli spazi fisici nei quali i nostri figli diventeranno uomini e cittadini nei prossimi trent’anni.
    
Ivan RE
Presidente provinciale ANP
 


Barbara Simonelli

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