Un 62enne di Borgo San Dalmazzo e un 51enne di Cuneo. Sono i due imprenditori e soci d’affari finiti al Cerialdo di Cuneo, sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’indagine che nei giorni scorsi ha portato la Guardia di Finanza a eseguire altri venti arresti in diverse province del nord Italia.
Nella maxi inchiesta denominata “Bianco Sporco”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino (leggi qui), risultano indagati a piede libero anche un 67enne di Alba e un 53enne ora residente a Savona ma precedentemente domiciliato a Carrù.
Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono di associazione a delinquere, che avrebbe avuto lo scopo di truffa (aggravata) nel settore che raccoglie le operazioni utili a ottimizzare lo sfruttamento delle fonti energetiche, oltre che riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta.
Al centro degli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle in un arco temporale che va dal 2014 al 2021 c’è la produzione fittizia e la conseguente commercializzazione truffaldina dei cosiddetti "certificati bianchi", titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento dell'efficienza energetica.
Secondo i riscontri raccolti dagli inquirenti nel corso dei quattro anni di indagine gli indagati avrebbero messo in piedi un’organizzazione capace di assicurarsi indebitamente fondi pubblici per un valore di 30 milioni di euro, di cui 13 sarebbero stati riciclati attraverso un giro di società fittizie poi lasciate fallire.
I due indagati a piede libero, invece, avrebbero avuto un ruolo di prestanome, dietro pagamento, per alcune società dedite alla truffa.
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