Attualità - 30 aprile 2022, 12:15

Dimessi di notte dal pronto soccorso dell'ospedale di Verduno: e per chi non ha mezzi propri?

Le due linee di bus per raggiungerlo da Alba e Bra sono attive tra le 5.30 e le 23.30. L'esponente Pd William Revello porta il caso all'attenzione del Consiglio comunale albese: "Più persone mi hanno segnalato di aver avuto difficoltà a rientrare a casa"

All'ospedale di Verduno il trasporto pubblico è assicurato dalle 5.30 alle 23.30. In foto il pronto soccorso

All'ospedale di Verduno il trasporto pubblico è assicurato dalle 5.30 alle 23.30. In foto il pronto soccorso

Le dimissioni dall’ospedale sono sempre gradite ma possono diventare un problema logistico per chi riceve il nulla osta a tornare a casa di notte, quando il sistema di trasporto da e per l’ospedale ha terminato le sue corse quotidiane.

Un argomento sollevato dal consigliere comunale albese William Revello, che ha raccolto diverse segnalazioni di utenti incappati in tale problematica.

«Dal 2020 – ha spiegato l'esponente Pd, firmatario di un'interrogazione sul tema discussa nel Consiglio comunale di ieri – sono operativi l’Ospedale Michele e Pietro Ferrero di Verduno e il relativo servizio interno di Pronto Soccorso e DEA. Le due linee di bus per raggiungere l’ospedale da Alba e da Bra sono indicativamente attive tra le ore 5,30 e le 23,30. Nel corso della notte avvengono delle dimissioni dal Pronto Soccorso, quando il servizio di trasporto non è più attivo, ed alcune persone, prive di mezzi propri, trovano difficoltà nel ritorno al proprio domicilio. Credo che il problema sia dell’intero territorio e richieda una risposta sistemica e locale. Penso che una soluzione possa essere un servizio di volontariato. E riguarda non solo persone fragili, ma anche coloro che, per diversi motivi, hanno difficoltà a recarsi con i propri mezzi, per poi fare ritorno a casa. Diverse persone si sono trovate in questa situazione spiacevole».

E la testimonianza di Gloria (nome di fantasia), da noi interpellata, ne è un esempio: «Per ben due volte ho dovuto portare mia figlia in pronto soccorso in orari serali, salendo sull’ambulanza perché minorenne, e, alle dimissioni verso le 1.30 di notte, ci siamo trovate sole. Mio marito lavora fuori città e ho dovuto disturbare prima una mia amica e poi mia sorella. Spero che si possa risolvere questo problema al più presto, magari attivando un servizio di volontariato, anche solo a chiamata».

L’assessore alle Politiche Sociali Elisa Boschiazzo ha replicato che: «Questo problema non deve solo fermarsi al trasporto ma anche all’assistenza domiciliare. Il consorzio socio-assistenziale aiuta le persone che hanno fragilità. Credo che un tavolo di confronto sia necessario per vedere se si potrà creare una rete che faciliti le dimissioni e le persone che si recano in pronto soccorso e che devono poi tornare a casa. Questa riflessione di Revello può essere veramente il punto di partenza».

Livio Oggero

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