Egregio Direttore,
non dovrebbe prendersela a male nessuno se oltre ai risaputi pregi della gente cuneese affermiamo che le manca una buona dose di carattere politico. E’ stata paziente con il fascismo dell’”epoca del consenso”, nel dopoguerra lo è stata ancora nel subire l’emarginazione governativa su gravi questioni che hanno ostacolato lo sviluppo del suo territorio, ed oggi siamo cloroformizzati e rassegnati all’impossibilità di cambiare le cose di fronte al conflitto fra Russia e Ucraina.
Questa guerra ci sta facendo piombare in una nuova pericolosa situazione di emergenza, che fra sanzioni crescenti, aumento dei prezzi delle materie prime e dei bei alimentari, crisi energetica, si rivelerà peggiore dell’emergenza Covid.
In questa preoccupante e imprevedibile situazione, coinvolti dalle TV e dalla grande stampa, siamo caduti in pieno clima da arena di gladiatori, sostenitori decisi dell’Ucraina che richiedono la fine di Putin e della Russia. Nella tragedia di questa guerra che come sempre imbestialisce gli uomini, la ferocia e le atrocità compiute dall’esercito russo possono fare ricordare a noi italiani che sorte inumana fu riservata ai nostri soldati durante la ritirata di Russia durante la 2a Guerra mondiale, per non parlare degli eccidi e degli stupri perpetrati verso le popolazioni tedesche nella occupazione della Germania da parte dei russi: non era solo la conseguenza della reazione o della vendetta contro gli invasori.
Ciò detto, quello che constatiamo anche nella nostra provincia è la mancanza di coraggio politico da parte delle istituzioni e di tanti cuneesi. Le istituzioni non rilevano la contrapposizione che esiste fra gran parte dell’opinione pubblica e i Palazzi della politica e le sedi dei mezzi di informazione. I sondaggi popolari riportano: <<Si finge di non vedere, è rappresentato dalla contrapposizione fra gran parte degli italiani e il Palazzo della politica e dei media…... (…) per il 76 per cento degli italiani non si deve dare “nessun sostegno militare alla guerra” (…) Certamente tutti condannano Putin e sono solidali con le sofferenze degli ucraini (cui va dato ogni aiuto umanitario possibile). Ma la nostra gente intuisce, istintivamente, che la guerra sta portando devastazioni anche qua (dopo due anni di pandemia) e che bisognerebbe attivarsi per spegnere l’incendio (la politica e la diplomazia esistono per questo) anzichè alimentarlo con secchi di benzina. (…) “L’Italia deve negoziare con la Russia” (…) Mentre l’interesse dell’Europa e dell’Italia (oltrechè degli ucraini) che pagano più salatamente il conflitto, è la pace: giungere quanto prima ad un cessate il fuoco e alla trattativa che metta fine alla guerra.>>
Si deve giungere quanto prima ad un cessate il fuoco e a trattative messe in atto da chi è disponibile e credibile per mettere fine alla guerra.
Ci saremmo attesi che dal Consiglio provinciale di Cuneo, massima espressione (seppure castrata) della nostra comunità, nel documento di allarme inviato al Governo e alla Regione Piemonte per richiedere a favore di Provincia, Enti locali e imprese aiuti per proseguire la loro attività compromessa, fossero invocate azioni e risoluzioni per contribuire a fermare la guerra e le sue disastrose conseguenze. Non è accettabile combattere la Russia con sanzioni che puntano a diminuire le sue risorse economiche impegnate nel conflitto, ma che nello stesso tempo dissanguano Paesi come l’Italia.
Parimenti sorprende che nell’assemblea prettamente di natura politica degli amministratori della Granda con il Ministro Gelmini a Fossano, questa abbia lanciato demagogicamente il segnale “Spremete i Ministeri e portate a casa più risorse possibili”. Come se non si sapesse che la finanza pubblica è l’unica “vacca da mungere”, sia in tempi di pace sia in tempi di guerra, e che i fondi del Pnrr saranno in gran parte prima da rivedere causa le restrizioni belliche, e poi da restituire all’Europa. Tutti ad applaudire, ma nessuno ha avuto l’ardire di avvertire che l’economia di guerra ora incombe e per scongiurarla è imprescindibile operare a livello governativo per cessare le ostilità e allentare le sanzioni in continua crescita.
I rapporti dell’Unione Europea e degli U.S.A. con la Russia sono così tesi che per le trattative diplomatiche, le mediazioni, i dialoghi siamo affidati al turco Erdogan e al cinese Xi Jinping, il che è tutto dire …… Per fortuna si sono inseriti nei negoziati di pace il Vaticano e lo Stato di Israele. Con tanti altri Paesi che sono in posizione neutrale e attendista, con cui peraltro facciamo scambi commerciali e affari finanziari, non risulta avanziamo richieste o pressioni per interventi per fermare le ostilità. Siamo soddisfatti della nostra corsa allo scavalco per sostenere maggiori sanzioni, per fornire armi all’Ucraina, per contrastare con ogni mezzo un aggressore che ovviamente non farà mai un passo di ritiro per sua spontanea volontà.
Cuneesi, coraggio. In ogni occasione opportuna facciamo sentire la nostra voce sincera e non conformista per conquistare la pace, quella non a parole, il prima possibile.
Grazie per l’attenzione.
Paolo Chiarenza (Busca), Guido Giordana (Valdieri), Enzo Tassone (Peveragno)
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