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Attualità | 06 aprile 2022, 15:41

Centinaia di cittadini scrivono ai dirigenti scolastici della Granda: "Possiamo ancora contare su di voi per la crescita dei nostri figli?"

Una lettera cartacea giunta alla nostra redazione e formata da tantissimi genitori

Centinaia di cittadini scrivono ai dirigenti scolastici della Granda: "Possiamo ancora contare su di voi per la crescita dei nostri figli?"

Si torna a parlare di scuola o, meglio, a protestare contro la scuola, in particolare per questi ultimi due anni, condizionati dalla pandemia e dalle conseguenze sull'insegnamento, sui docenti e sugli studenti.

La pubblichiamo integralmente, evidenziando come sia stata firmata da centinaia di persone, cittadini, genitori e insegnanti.

 

Siamo un gruppo di cittadini e genitori della provincia di Cuneo desiderosi di rivolgere un appello ai Dirigenti delle scuole dei nostri figli, preoccupati per le ripercussioni sociali che il modello scolastico dell'ultimo decennio avrà sugli adulti di domani e sull'intera comunità.

E' allarmante ciò che la scuola sta producendo in termini di risultati: tassi elevatissimi di abbandono scolastico (l'Italia è tra i primi Paesi per dispersione nell'Unione europea), esiti disastrosi dei test Invalsi (un quattordicenne su quattro non riesce a comprendere un testo di minima difficoltà) a fronte di un livello di ansia che pone gli studenti italiani al vertice della classifica Ocse per lo stress sui banchi di scuola; anche per questi motivi si assiste ad un'altissima richiesta di Istruzione parentale.

La situazione non è migliore sul versante dei docenti: aumento esponenziale di impegno burocratico, richieste sempre più pressanti di attività extracurricolari, risultati demotivanti, organi collegiali svuotati di significato e spesso privati della fondamentale valenza di condivisione delle decisioni.

Ci chiediamo dunque, sgomenti, cosa si stia facendo per migliorare una situazione tutt'altro che rosea.

In particolare lo chiediamo ai Dirigenti, che, almeno in passato, erano le figure di riferimento e di raccordo tra la comunità e le istituzioni, i depositari della fiducia dei genitori e della collettività, i referenti privilegiati con i quali si condividevano le scelte educative; gli ultimi avvenimenti, invece, ci restituiscono proprio dei Presidi un'immagine sbiadita di freddi esecutori di norme confuse e discriminatorie, concentrati solo sulla gestione della pandemia e, a nostro avviso, dimentichi dei veri problemi della Scuola italiana.

Molti dei nostri figli, nella loro esperienza scolastica, hanno incontrato insegnanti francamente inadeguati e da parte Vostra, la risposta alle lamentele delle famiglie è sempre stata interlocutoria e quasi mai risolutiva.

Dopo le vacanze di Natale, invece, molti docenti seri e stimati non sono tornati in classe in quanto Voi avete proceduto "senza indugio" alla loro sospensione per quella che è stata la loro scelta libera e personale di non vaccinarsi. Senza entrare nel merito della questione, ci chiediamo se il Vostro intervento, in questo caso così celere e risolutivo, sia stato veramente un vantaggio per i nostri ragazzi.

Molte classi infatti sono ancora prive di insegnanti e altre vedono avvicendarsi supplenti magari volenterosi, ma non all'altezza dei docenti titolari.

Nonostante l'allontanamento deí presunti untori, la DAD ha funestato i sogni delle nostre famiglie, col suo vortice di tamponi e quarantene diversificate e quindi ancor più caotiche: ciò ha creato incertezza, divisione e diffidenza anche tra bambini molto piccoli, non ancora in grado di comprendere appieno il motivo della "sparizione" temporanea di qualche compagno.

Spesso le famiglie hanno cercato un confronto con Voi e, per tutta risposta, hanno ricevuto un elenco di riferimenti normativi.

La domanda che, con profonda amarezza, Vi poniamo è la seguente: veramente è stato fatto tutto il possibile per evitare al massimo il disagio dei ragazzi o si sono semplicemente applicate norme confuse, disarmoniche e discriminatorie senza nemmeno porsi l'interrogativo di cos comportassero in termini psicologici e morali? 

ll nostro sgomento nasce dal fatto che nessuna voce di protesta si è levata proprio da Voi, che nel nostro immaginario avreste dovuto essere i più strenui e convinti sostenitori del diritto allo studio, sancito dall'art. 34 della nostra Costituzione, e dalla necessità di non discriminare nessun cittadino, come previsto dall'art.3.

Se Voi per primi non siete disposti a porre domande ai Vostri superiori rispetto a tali norme, ma le applicate "senza indugio" pretendendo dai Vostri collaboratori un'adesione acritica, se Voi per primi non mostrate il minimo disagio di fronte ai genitori costretti a lasciare bambini piccoli sulle scale della scuola perché impossibilitati all'entrata nell'edificio, come possiamo identificarVi come nostri punti di riferimento nelle istituzioni?

Se riuscite a sospendere, lasciando completamente senza sostentamento, docenti seri ed apprezzati per timore di ripercussioni sulla vostra carriera, come pensate di essere i depositari di un valore etico così alto come l'educazione? Come si può pensare di aiutare i ragazzi ad acquisire la capacità di discernimento morale e auspicare che in futuro siano in grado di agire secondo coscienza e non secondo interesse?

Avremmo auspicato, almeno di fronte a tali fatti, un atteggiamento diverso: vi abbiamo infatti percepiti non come funzionari dello Stato nel senso alto del termine, ma come meri esecutori di norme confuse e discutibili, scritte e riscritte in un periodo di emergenza in continua evoluzione. Proprio da Voi dirigenti ci saremmo aspettati l'indicazione di una direzione. individuata in una proficua mediazione tra burocrazia e pedagogia, tra salute del corpo e della mente, tra cultura ed etica.

La Vostra voce avrebbe dovuto levarsi (e non sarebbe rimasta inascoltata) non solo per sottolineare le Vostre difficoltà nella gestione delle nuove richieste da parte del Ministero, ma anche per porre interrogativi etici più elevati della mera prassi. In questo modo, forse, non avreste ottenuto solo le forniture di mascherine e disinfettante, oltre alla piattaforma per il controllo dei Greenpass degli insegnanti, ma sareste stati degni interlocutori all'interno di un percorso decisionale che contemplasse i diversi risvolti della vicenda.

Se in passato le rivendicazioni economiche del mondo della scuola trovavano tutto il nostro appoggio in quanto Vi credevamo alleati su un fronte comune, ora ci chiediamo se la direzione da Voi accettata sia effettivamente condivisibile: per i nostri figli non vogliamo un'istruzione volta unicamente alla creazione di competenze spendibili nel mondo del lavoro, ma lo sviluppo del senso critico e una crescita che sia contestualmente cognitiva, culturale, etica e civile.

Possiamo a tal fine ancora contare su di Voi o la speranza di una scuola che formi ed istruisca, che educhi e fortifichi, che premi i capaci e i meritevoli indipendentemente dalla condizione economica, sociale e personale è tramontata per sempre?

al direttore

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