Rimborsi su farmaci e spese mediche direttamente sul conto corrente al momento del pagamento, invece della detrazione nella dichiarazione dei redditi. Dovrebbe essere questo il funzionamento del cosiddetto Cashback fiscale, misura spinta dal M5S e inserita nella legge delega di riforma del fisco, attualmente ancora in discussione.
Si dovrebbe iniziare a partire dal 2023 con il rimborso delle spese sanitarie e poi l'impianto potrebbe essere esteso ad altri costi detraibili, ovviamente sempre nel caso di spesa sostenuta con strumenti di pagamento tracciato.
L’opzione 730 o cashback rimangono alternative: si tratta di una scelta autonoma del contribuente che dovrà, per prima cosa, comunicare le proprie coordinate bancarie alla pubblica amministrazione
Secondo le prime indiscrezioni, ogni contribuente dovrà dichiarare di voler ricorrere al cashback, fornendo al “venditore” (farmacista, medico, assicuratore, etc.) un codice che sarà riportato sia nel mezzo di pagamento che nello scontrino telematico/fattura elettronica/bollettino di pagamento. Sarà il venditore/prestatore, al momento di comunicare all'anagrafe tributaria la spesa sostenuta dal contribuente, ad indicare la volontà di quest'ultimo di fruire del cashback.
Un sistema analogo a quello della lotteria degli scontrini, seppur ovviamente si tratterà di tutt'altra piattaforma telematica.
Una proposta che snellisce la pratica dei rimborsi e li velocizza: la classica dichiarazione dei redditi infatti sposta di parecchi mesi il rimborso e obbliga a tenere moltissimi documenti, con il rischio di perderli.
I dettagli saranno stabiliti con un decreto attuativo che dovrebbe uscire entro la fine del 2022.