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Attualità | 23 marzo 2022, 12:32

La storia di Ivan Luca Vavassori, da portiere del Bra a soldato sul fronte ucraino

Addestrato e arruolato ha superato il confine polacco e ora si trova in territorio di conflitto a combattere contro i russi. E tramite Tik Tok racconta la ‘sua guerra’: "Morire vent’anni prima o vent’anni dopo, poco importa. Quel che importa è morire bene"

A sinistra Ivan Vavassori dal profilo TikTok racconta la guerra in Ucraina. A destra Vavassori quando era portiere del Bra (stagione 2013-2014)

A sinistra Ivan Vavassori dal profilo TikTok racconta la guerra in Ucraina. A destra Vavassori quando era portiere del Bra (stagione 2013-2014)

Prima che la guerra in Crimea aprisse scenari geopolitici poi sfociati nell’attuale situazione, c’era un ragazzo di 21 anni che difendeva la porta dell’Attilio Bravi di Bra. Era la stagione 2013/2014 e i giallorossi quell’anno militavano in Seconda Divisione.

A più di otto anni di distanza quel giovane si trova oggi a difendere qualcosa di più grande: un territorio martoriato dal conflitto da un mese a questa parte.       

È la storia di Ivan Luca Vavassori, nato a Elektrostal, in Russia, portiere professionista che ha militato in diverse squadre di serie C. Oltre a quella mezza stagione al Bra ha vestito negli ultimi anni la maglia di Pro Patria, Legnano e Vittuone. La sua carriera è partita dalle giovanili del Lugano e ha finora militato sempre a livello professionistico.

Nato in Russia è stato adottato a cinque anni da Pietro Vavassori di Busto Arsizio (patron proprio della Pro Patria) e dalla moglie Alessandra Sgarella, nome noto alle cronache perché nel 1997, proprio quando Ivan sarebbe dovuto arrivare dalla Russia, fu rapita e imprigionata per dieci mesi nella Locride dalla ‘ndrangheta.

Negli ultimi anni l’ex portiere del Bra aveva deciso di trasferirsi in Bolivia, a Santa Cruz, per intraprendere una nuova avventura sportiva.

Oggi si trova in terra ucraina. Addestrato e arruolato ha superato il confine polacco e ora si trova in territorio di conflitto a combattere contro i russi, contro quella nazione che gli ha dato i natali. E tramite Tik Tok racconta la ‘sua guerra’ con gli aggiornamenti dal fronte.

“Una missione suicida”. La definisce così nell’ultimo video postato sul social cinese dietro una scritta molto chiara che recita “Morire vent’anni prima o vent’anni dopo, poco importa. Quel che importa è morire bene. Soltanto allora inizia la vita.”

Il ragazzo si definisce ‘assaltatore’, fa parte della fanteria: “Con il maggiore abbiamo deciso che attaccheremo in solitaria, in incognito, senza che nessuno sappia […] preferiamo provare piuttosto che restare chiusi ad aspettare.” E chiude: “Questo sarà il mio ultimo video non so per quanto tempo."

Daniele Caponnetto

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