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Attualità | 22 marzo 2022, 15:58

Asti-Cuneo, Ministero accoglie richiesta degli ambientalisti: "Si valuti anche opzione del tunnel"

Il Mims ha chiesto alla concessionaria autostradale di affidare a un organismo indipendente la realizzazione di «un’analisi comparativa» tra la vecchia e la nuova soluzione progettuale per il tronco A del lotto II.6

Il cantiere dell'Asti-Cuneo in un'immagine aerea di fine febbraio

Il cantiere dell'Asti-Cuneo in un'immagine aerea di fine febbraio

"Alla luce delle istanze delineate dalle associazioni, con la presente, la scrivente richiede a codesta società una valutazione comparativa aggiornata alla luce dell’attuale contesto normativo delle due soluzioni (sviluppo del lotto II.6-A all’aperto o in galleria) che consideri anche i profili di sostenibilità ambientale, in coerenza con le linee guida per la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica, approvate da questo Ministero ex articolo 48 comma 7, decreto legge 31 maggio 2021, convertito in nella Legge 29 Luglio 2021 n. 108".

Così, con una missiva a firma del direttore generale del settore Vigilanza Concessioni Autostradali Felice Morisco, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (Mims) si rivolge alla società Autostrada Asti Cuneo Spa accogliendo la richiesta avanzata dall’Osservatorio per la Tutela per il Paesaggio di Langhe e Roero nel corso dell’incontro che lo scorso 22 gennaio ha messo i rappresentanti del sodalizio ambientalista di fronte allo stesso dirigente e al capo della segreteria tecnica del ministro Enrico Giovannini, presenti i vertici regionali e nazionali di Legambiente.

Col riscontro formale giunto oggi (martedì 22 marzo) e rivolto alla concessionaria autostradale, il Ministero ha, nella pratica, fatto propria la richiesta delle associazioni per una comparazione delle due soluzioni: da una parte quella del tunnel sotto la collina di Verduno, che col nuovo Piano Economico Finanziario dell’opera approvato dal Cipe nel maggio 2020 e oggetto di un successivo accordo tra il Ministero e la concessionaria era stata abbandonata in ragione di costi (circa 700 milioni di euro) ritenuti eccessivi; dall’altra il più economico percorso fuori terra, al centro delle stesse deliberazioni e della progettazione che la concessionaria ha avviata da alcuni mesi, da tempo al centro delle proteste dell’Odp Langhe e Roero.

"Per assicurare l’autonomia e l’indipendenza dell’analisi – si legge ancora nella lettera del Ministero – suddetta valutazione dovrà essere redatta da un soggetto terzo, individuabile nell’ambito di istituti universitari riconosciuti dall’ordinamento nazionale".

Durante l’incontro di gennaio la richiesta di tornare almeno a valutare la più onerosa soluzione del tunnel era stata presentata dallo stesso Osservatorio in ragioni di fattori quali "il cambio di paradigma causato dalla pandemia", con "la maggiore capacità di spesa e la maggior sensibilità ecologica che ha imposto la nascita del Ministero per la Transizione Ecologica"; poi "le nuove e più stringenti norme Ue sopravvenute dopo l’approvazione del nuovo accordo governo/concessionario nel febbraio 2021" e "in particolare il criterio Do No Significant Harm (DNSH), valutazione richiesta in aggiunta alla Valutazione di Impatto Ambientale (Via) per accertare che la soluzione scelta 'non arrechi danno significativo all’ambiente'"; ancora, la considerazione che "le norme impongono la valutazione di ogni ragionevole alternativa al progetto esterno autorizzato (ma senza approvazioni) attraverso uno studio che compari seriamente le opzioni alternative che sono sul tavolo (il tunnel)". "Abbiamo ricordato – faceva sapere l’Osservatorio nei giorni scorsi – che esiste un progetto 'approvato’, il tunnel, ma non finanziato, e che quindi basterebbe trovare la copertura finanziaria, che noi stimiamo inferiore ai 200 milioni di euro, per poter iniziare immediatamente i lavori".

Nell’incontro col Ministero il sodalizio, che raccoglie una ventina di associazioni del territorio albese e braidese, aveva anche sollevato il tema della gratuità della tratta da Castagnito a Cherasco, avanzando la proposta di "modificare il Piano Economico Finanziario per cancellare l’investimento dei ponti elettronici free flow riconoscendo la gratuità per tutti i 19 km, segnalando che le due partite (il mancato incasso e il costo d’investimento) potrebbero all’incirca elidersi" e ricordata la segnalazione fatta all’Unesco di Parigi "affinché verifichi l’impatto sui due siti Unesco della soluzione esterna, valutando il rischio di perdere il riconoscimento".

Ezio Massucco

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