Mentre si spera nel peggioramento a partire dal fine settimana, con delle precipitazioni attese per venerdì e sabato, Arpa Piemonte ha fatto un bilancio della situazione idrica aggiornata alla fine di febbraio, con la fine dell'inverno meteorologico. E comunque, anche le precipitazioni previste, fino alla metà di marzo non danno segni importanti.
I dati ci consegnano uno degli inverni più anomali mai osservati a sud delle Alpi: una stagione calda, secca e con numerosi episodi di foehn che, dalle Alpi, si è spesso spinto fino alle pianure del nord Italia.
Da un punto di vista meteorologico non è strano osservare inverni secchi: quello che è decisamente anomalo è osservare contemporaneamente un inverno molto secco e molto caldo.
L’inverno 2021-2022 è infatti sul Piemonte sia il 3° più caldo degli ultimi 65 anni con una anomalia positiva di temperatura media di +1.8°C, sia il 3° più secco con un deficit percentuale medio di circa il 70% rispetto alla norma climatica 1991-2020.
Gli inverni 1981 e 2000 sono stati più secchi di quello appena trascorso e gli inverni 2020 e 2007 sono stati più caldi. Ma la combinazione di entrambi i fattori è caratterizzante dell’inverno 2022 con soltanto l’inverno 2019 che si avvicina, anche se la magnitudine delle anomale fu decisamente minore.
A causa di questo particolare scenario meteo-climatico, non si sono osservate precipitazioni significative (ovvero superiori a 5 mm giornalieri di media regionale) sul Piemonte dall’8 dicembre scorso, per un totale ad oggi di 85 giorni consecutivi senza pioggia.
L’annata 2021 si è chiusa con un deficit pluviometrico di circa il 17% a causa delle scarse precipitazioni di dicembre (-50% rispetto alla norma 1991-2000) ed è proseguito con un mese di gennaio molto secco, dove si sono registrati 4,6 mm di pioggia media in regione.
Anche se in Piemonte l’inverno è la stagione meno generosa in termini di precipitazioni, da inizio 2022 manca all’appello già l’85% medio delle piogge e nevicate attese in questa stagione.
Questo periodo prolungato di scarsità di precipitazioni incide fortemente sull’indice di anomalia della precipitazione a 3 mesi (SPI 3 mesi) che mostra come la maggior parte dei bacini della regione si trovino in condizioni di siccità estrema e gli altri di siccità severa. Indice di anomalia delle precipitazioni SPI a 3 mesi (a sinistra) e a 6 mesi (a destra) sui bacini piemontesi
In questo contesto continua a risultare sempre più delicata la situazione meteorologica che si prospetta per le prossime settimane, con le previsioni meteorologiche a medio termine che continuano a mostrare poche precipitazioni significative sulla regione fino a metà del mese di marzo: uno scenario che porterebbe a peggiorare ulteriormente le condizioni attuali di siccità mentre si entra nella stagione primaverile climaticamente serbatoio delle piogge in Piemonte assieme all’autunno e anche stagione chiave per le attività seminative.
Per quanto riguarda il manto nevoso presente sul territorio regionale anche questo denota una situazione deficitaria. Le scarse nevicate di febbraio e il protrarsi di condizioni con temperature superiori alla norma, hanno ridotto progressivamente lo spessore del manto nevoso che si presenta, su tutti i settori alpini della regione, al di sotto della norma con un deficit superiore al 50%.
Anche gli invasi idroelettrici hanno mediamente un grado di riempimento del 34% circa della capacità massima teorica complessiva con uno scarto del 20% rispetto al dato storico.
Le portate dei corsi d’acqua del reticolo idrografico principale e secondario della Regione presentano ovunque scostamenti negativi rispetto alla media storica di riferimento; molto significativi i deficit nel bacino del Sesia a nord e del Tanaro a Sud dove si supera il -70%.