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Attualità | 08 marzo 2022, 18:42

8 marzo, i dati di Ires e Apl confermano come il Piemonte nel 2022 parli al femminile

L'assessore Chiorino: "Il Piemonte riparte, ma le donne continuano a a pagare il prezzo più alto della pandemia"

Elena Chiorino

Elena Chiorino

In occasione della giornata dell’8 marzo, l’assessorato al lavoro della Regione Piemonte, guidato da Elena Chiorino, presenta un’analisi dei dati che vedono protagonista la donna in Piemonte sul piano professionale, occupazionale e universitario. Un lavoro reso possibile grazie alla collaborazione con Agenzia Piemonte Lavoro e Ires Piemonte.

Donne e istruzione

Secondo il Rapporto  Istruzione e Formazione professionale 2021 tra i giovani nella fascia di età 20-24 anni la quota con almeno un titolo di studio secondario, (inteso dalla qualifica alla laurea) è simile tra uomini e donne e si attesta all’84,4%. Ma non è sempre stato così. Tuttavia, se si osservano i diversi livelli di istruzione molte più donne proseguono gli studi dopo il diploma e ottengono un titolo di livello terziario. In Piemonte le donne raggiungono questo titolo in misura maggiore rispetto ai coetanei maschi. Nel 2020, nella fascia 30-34 anni, quasi 1 donna su 3 è laureata, contro 1 su 4 per i maschi. Per quanto concerne l’abbandono scolastico risulta essere un fenomeno più contenuto per le ragazze. Il tasso di abbandono, calcolato come quota di 18-24enni con il diploma di «terza media», si attesta nel 2020 al 10,7% per le donne e al 13,2% per i maschi. Le migliori performance delle donne, invece, proseguono all’Università; più ragazze proseguono gli studi, il tasso di passaggio dalla scuola all’università è pari al 59,6% per le donne, mentre per gli uomini la percentuale si ferma al 48,5% (immatricolati per 100 diplomati, a.a. 2019/20), le iscrizioni all’università sono del 44,7% per le ragazze rispetto al 32,6% dei loro pari: per quanto concerne il raggiungimento della laurea le donne si attestano al 41,9% rispetto agli uomini che si fermano al 28,1%. In termini di scelte dei percorsi formativi le studentesse preferiscono ancora i percorsi liceali, mentre i ragazzi optano per i tecnici professionali: nel complesso il 62% delle ragazze è iscritta in un indirizzo liceale contro il 37% dei maschi. Sul totale degli immatricolati piemontesi all’università le donne rappresentano nel complesso il 54% del totale. Guardando agli estremi della distribuzione, le donne rappresentano il 92% delle immatricolazioni totali nei corsi del gruppo Insegnamento, mentre sono solo il 25% nei corsi di Ingegneria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Immatricolati per genere e gruppo disciplinare, a.a 2020/21 (valori %). Fonte: elaborazioni IRES Piemonte su dati dei tre atenei statali del Piemonte

Donne e occupazione

Le donne piemontesi hanno un tasso di occupazione più basso degli uomini, ma al crescere dei livelli di istruzione le distanze diminuiscono. Il “premio” dell’istruzione risulta relativamente più elevato per le donne. Nel 2020 l’occupazione femminile (25-64enni) con bassa istruzione è al 47,8% mentre quella delle donne con alta istruzione sale all’80,9%. In termini di distacco dagli omologhi maschi: la differenza del tasso di occupazione di chi ha bassa istruzione tra uomini e donne è di quasi 25 punti percentuali a sfavore delle donne. Questo gap diminuisce a 14 p.p. tra gli occupati maschi e femmine con media istruzione e si riduce per coloro che hanno un’alta istruzione a poco meno di 5 punti percentuali. 

Tabella 1. Quota di occupati nella fascia di popolazione 25-64 anni in Piemonte, per sesso e livello di istruzione, nel 2020 (valori percentuali). Fonte Agenzia Piemonte Lavoro.

Quota occupati

Bassa istruzione

(al più licenza media)

Media istruzione

(qualifica/diploma

Alta istruzione

(titoli di livello terziario)

Maschi

72,5

83,9

85,5

Femmine

47,8

69,5

80,9

Differenza tra maschi e femmine

24,7

14,4

4,6

Fonte: Rilevazione Forze lavoro ISTAT, elaborazioni IRES

 

 

Donne e imprese: le attività a conduzione femminile nate con il Programma MIP

Dall'inizio della programmazione del programma MIP – Mettersi in Proprio promosso dall’Assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, dal 2017 fino a febbraio 2022 sono state ben 352 i Business Plan portati in validazione da donne di cui 212 sono imprese individuali/team imprenditoriali costituiti, mentre  43 sono attività di lavoro autonomo, con attribuzione di p.iva. Solo nel 2021 sono state  51 imprese costituite attraverso MIP di cui 10 attività di lavoro autonomo.

FOCUS TERRITORIALI

Domanda/offerta per le donne sul territorio della CMTO

Dal 2020 al 2021 le donne che hanno sottoscritto un patto di servizio presso i centri per l’impiego regionali registrano un incremento di offerta di lavoro pari al 19,9%, di 3.067 unità sulla città di Torino contro il 7,7% (3.149) complessive sull’intera Area Metropolitana di Torino. In termini di domanda di lavoro gli indicatori utilizzati sono quelli relativi ai flussi dei movimenti contrattuali da lavoro subordinato, in particolare persone interessate da almeno un contratto di lavoro e da almeno una cessazione su base annuale. Dal 2020 al 2021 le donne con almeno un contratto registrano un incremento pari all’ 23,0% (+12.589 unità). La componente femminile del lavoro cambia configurazione e diminuisce in termini percentuali rispetto al totale dello stesso anno: nel 2020, le donne con almeno un contratto costituivano il 54,3% (54.644) del totale (100.640) mentre nel 2021 il 52,1% (67.233) del totale annuale pari a 128.966 unità. Rilevante considerazione rimane da fare rispetto all’impegno orario del contratto: nel 2020 il 46,6% delle donne interessate almeno da 1 contratto ne aveva uno part-time, nel 2021 la percentuale scende al 45,0%. Infine, rispetto all’insieme delle cessazioni è necessario ricordare che il 2020 subisce l’effetto del blocco dei licenziamenti. Nel 2021 le donne registrano un incremento delle cessazioni pari al 13,0%, 7.136 unità in più rispetto all’anno precedente. Nel complesso delle cessazioni che interessano le donne, la quota delle dimissioni volontarie è in aumento sia in valori assoluti sia percentuali e passa dal 23,3% (12.501) del 2020 al 25,9% (15.774 unità) del 2021.

Domanda/offerta per le donne sul territorio biellese

Dal 2020 al 2021 le donne che si sono dichiarate disponibili al lavoro che hanno quindi sottoscritto un Patto di Servizio presso i Centri per l’Impiego registrano un incremento pari all’ 11,6%, di 309 unità sul bacino di Biella contro il 7,3 del quadrante Nord Est% (1.154) e il 5,9% della regione Piemonte (4.749). La distribuzione di genere su base annuale è tendenzialmente omogenea, con una lieve prevalenza della componente femminile: nel 2020 costituivano il 51,6% del totale (5.171 maschi e femmine) e nel 2021 il 52,2% (totale maschi e femmine 5.705). Percentuali di incidenza in linea con quelle della maggior parte dei Bacini dei Centri per l’Impiego della regione che vedono comunque una lieve predominanza della componente femminile.  Anche per Biella la configurazione del rapporto maschi femmine cambia nel tempo. Infatti, nel 2020 le donne interessate da almeno un contratto di lavoro rappresentavano il 53,8% del totale (12.266 maschi + femmine) e nel 2021 invece 52,5 sul totale maschi e femmine (14.614). Rilevante considerazione rimane da fare rispetto all’impegno orario del contratto: nel 2020, sul territorio regionale, il 57,2% delle donne interessate almeno da 1 contratto ne aveva uno part-time sul totale della componente femminile, mentre nel 2021 la percentuale scende al 46,8% . Nel biellese questo dato è in controtendenza e passa al 42,7% del 2020 al 43,0% del 2021. Un dato che può quindi indicare un tendenziale consolidamento dell’orario di lavoro che interessa anche le donne, meno impiegate forse in attività professionali complementari e strumentali in termini di apporto reddito al nucleo familiare.

Le dichiarazioni dell’Assessore al Lavoro e Istruzione Elena Chiorino

Questi numeri ci confermano come il 2022 sarà l’anno della ripartenza per il Piemonte, ma anche come le donne continuino a pagare il prezzo più alto della pandemia in termini economici, sul fronte occupazionale e a livello familiare: una condizione di cui il Governo ha l’obbligo di farsi carico. Come Regione abbiamo avviato misure dedicate proprio per incentivare l'occupazione femminile, intese come investimento sulla famiglia e sulla natalità. L’obiettivo è costruire un welfare a misura di famiglia, con strumenti in grado di conciliare vita e lavoro: un esempio fra tutti il bando asili nido che ha coinvolto i Comuni e che ha permesso l’incremento degli orari a parità di tariffa, senza gravare sulle famiglie. In quest’ottica avrà un ruolo determinante anche la formazione: come assessorato abbiamo avviato una vera rivoluzione, con l’ambizione di far diventare il Piemonte un precursore della formazione proprio di quelle professioni che devono “ancora arrivare”, con un’attenzione particolare all’occupazione femminile.

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