Raccolta di materiale e di beni di prima necessità, dai farmaci al cibo in scatola e a lunga conservazione.
Ma si sta attivando anche la rete dell'accoglienza, perché si prevede l'arrivo di migliaia di profughi in fuga dalla guerra e dai bombardamenti in Ucraina. Anche la Granda farà la sua parte. Sono giorni di incontri e riunioni tra Caritas, Prefettura e Comune di Cuneo, ente capofila a livello provinciale per questo tipo di emergenza.
Enrico Manassero, direttore Caritas della Diocesi di Cuneo e Fossano, ha evidenziato come l'ente abbia deciso di non raccogliere materiale, ma denaro, da destinare alla rete internazionale della Caritas. "Manderemo il denaro alle nostre sede di altri Paesi, come la Polonia o la Moldavia. Saranno loro a comprare ciò di cui c'è bisogno. Ci sono altre associazioni che stanno raccogliendo materiale, noi preferiamo al momento inviare denaro".
Per quanto riguarda l'accoglienza sul territorio, sono già 30 i posti in unità abitative pronti per chi arriverà. 18 a Cuneo e una dozzina a Fossano. Ma sono in aumento. "E' tutto in evoluzione. Molti di questi posti sono stati messi a disposizione dalle parrocchie, altri si aggiungeranno nei prossimi giorni. E stiamo ricevendo molte richieste dai privati, anche se al momento quelle disponibilità le teniamo in stand by, perché l'accoglienza richiede una gestione molto complessa, che coinvolge la rete dei volontari e degli assistenti sociali. Ci sono poi tutte le pratiche amministrative, che gestirà il .Meet, appena aperto a Cuneo".
Al momento non ci sono numeri né previsioni di arrivi ufficiali, coordinati dalla Prefettura. Risultano, invece, alcuni arrivi autonomi da parte di persone che hanno raggiunto, qui in provincia, parenti e familiari.