E’ una vera task force quella che Confindustria Cuneo ha messo in campo per offrire assistenza alle aziende associate sui diversi fronti di attività interessati dallo scoppio del conflitto ucraino. A riferirlo al nostro giornale è Bianca Revello, responsabile dell’ufficio Internazionale dell’associazione industriale della Granda. "In questa situazione ancora in divenire stiamo operando con un pool di esperti per ognuna delle diverse problematiche che si stanno presentando alle nostre aziende – spiega al nostra giornale –. La prima emergenza è quella del rientro dei nostri concittadini, un fronte che potremo definire umanitario. Va sottolineato che nel nostro caso non parliamo di dipendenti delle nostre aziende, perché, là dove presenti, le stesse li hanno fatti rientrare ormai da giorni, prima che la situazione degenerasse. Abbiamo però alcuni casi di collaboratori rimasti in Ucraina in ragione di legami personali o familiari, e le stesse aziende si stanno ora muovendo per dare loro assistenza e trovare il modo di metterli in sicurezza facendoli uscire dal Paese. Siamo in contatto con la Farnesina e l’Ambasciata italiana in Ucraina, che peraltro è stata spostata in seguito all’avvio delle operazioni belliche".
Altri funzionari si stanno invece occupando degli aspetti commerciali, doganali, del credito, dei dazi e delle sanzioni. "Il collega referente per il fisco sta seguendo il tema delle limitazioni all’import-export, che in questo momento formalmente riguardano solamente la zona del Donbass, ma che chiaramente, coi confini tutti presidiati, investono di fatto l’intero Paese".
Poi, seguito dall’ufficio legale, c’è il tema delle sanzioni: "Al momento sono esclusivamente finanziarie e di natura soggettiva, in parte già applicate dal 2014 e ora riguardanti anche una lista di soggetti che ora comprende 555 persone e 52 aziende. Per le nostre imprese in questa fase è quindi importante capire con chi si sta lavorando, sul fronte russo, verificare che non facciano parte di questa lista, per evitare brutte sorprese".
Dietro i drammatici scenari di guerra cui tutto il mondo occidentale guarda da ieri c’è poi il tema degli scambi, di quanto questo conflitto potrà riverberarsi sulla nostra economia. Per darne una misura a livello provinciale, al fianco delle macro-dinamiche di rilevanza nazionale, come quella dell’approvvigionamento energetico, soccorrono i dati sull’import-export che l’Ufficio Studi di Confindustria Cuneo ha elaborato sulla base di dati Istat.
Nello studio messo a punto dalla responsabile del servizio Elena Angaramo si legge che "nei primi nove mesi del 2021 la provincia di Cuneo ha esportato merci delle attività manifatturiere per 122,2 milioni di euro verso la Russia e per 35,4 milioni di euro verso l’Ucraina. Da questi Paesi abbiamo intanto importato merci, rispettivamente, per 9,4 e 3,2 milioni".
Un interscambio dal valore ancora limitato (complessivamente i due Paesi pesano per il 2,5% del nostro export provinciale, come si evince dalle tabelle allegate), ma secondo dinamiche di forte crescita: "Il confronto con il 2019, anno pre-crisi pandemica, riporta un incremento sia dell’export che dell’import con l’Ucraina rispettivamente del 91% e del 27%. Relativamente agli scambi con la Russia, l’import è sceso del 19,7% tra gennaio e settembre 2019 e lo stesso periodo del 2021, mentre l’export è cresciuto del 38,6%".
Quali i settori maggiormente coinvolti? "Il 47,2% delle esportazioni cuneesi verso l’Ucraina e il 48,6% di quelle verso la Russia riguardano prodotti delle industrie alimentari e delle bevande in particolare. Segue, in entrambi i casi, la meccanica i macchinari e apparecchi 'Nca' con il 24,8% e il 20,3%. Verso la Russia esportiamo, inoltre, mezzi di trasporto (15,8% del totale export verso questo Paese) e prodotti della gomma plastica (9,3%). Verso l’Ucraina, invece, una quota del 7,9% riguarda i prodotti chimici, il 7% i mezzi di trasporto, il 6,5% la gomma-plastica e il 6,1% legno e carta. Sul fronte delle importazioni, acquistiamo dall’Ucraina soprattutto legno e carta (79,6% del totale), prodotti delle industrie alimentari e delle bevande (13,4%) e prodotti in metallo (4,1%). Dalla Russia importiamo, in particolare, legno e carta (40,3%), gomma-plastica (38,3%) e mezzi di trasporto (13,8%)".