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Attualità | 14 febbraio 2022, 14:47

Pronto Soccorso, ora c'è il "codice azzurro". Il primario di Cuneo: "Possiamo differenziare meglio tra i non gravi, che superano il 60% degli accessi"

Il dottor Lauria: "E' un tassello, ma è l'organizzazione a fare la differenza. Tra le varie cose, a Cuneo abbiamo iniziato a fare gli esami del sangue durante l'attesa (che può durare ore), per consentire al medico, in fase di visita, di avere degli elementi su cui fare la valutazione clinica del paziente"

Pronto Soccorso, ora c'è il "codice azzurro". Il primario di Cuneo: "Possiamo differenziare meglio tra i non gravi, che superano il 60% degli accessi"

Pochi lo sanno, ma dal 1° gennaio 2022 i codici di priorità con cui viene classificato chi accede al Pronto Soccorso sono cambiati o, meglio, portati da quattro a cinque, come succede già a livello internazionale.

C'è sempre il rosso, per l’emergenza massima, con la valutazione immediata da parte dei sanitari; l’arancione prende il posto del giallo, un'urgenza indifferibile, con la presa in carico in massimo 15 minuti.

Ed ecco la novità introdotta: il codice azzurro, con un tempo massimo di attesa di 60 minuti. Resta il verde, che va gestito entro 120 minuti e infine il bianco, gestibile in 240 minuti.

"Su 4.500 passaggi mensili in Pronto Soccorso a Cuneo - spiega il primario della Medicina d'Urgenza e d'Emergenza dottot Giuseppe Lauria, - a gennaio 3.200 sono stati del gruppo azzurro, verde e bianco. I verdi sono da sempre la stragrande maggioranza degli accessi. Il tempo medio di attesa, da noi, è di un'ora e cinquanta minuti. Non sempre riusciamo a garantire i tempi dettati dalle linee guida, ma quello che garantiamo, o cerchiamo di garantire sempre, è la ri-valutazione. Se un azzurro va gestito in 60 minuti, in quel tempo cerchiamo di farlo rivedere da un infermiere per eventualmente confermare il codice o modificarlo. Da questa fase riparte il tempo di attesa. Non dimentichiamo che quei tempi sono indicazioni pre-Covid. La pandemia ha decisamente rallentato il nostro lavoro, in tutte le strutture di emergenza del mondo".

Sul nuovo colore, Lauria evidenzia come molti sistemi internazionali di classificazione delle urgenze viaggino già a cinque codici. "Aiutano nella discriminazione dei percorsi e quindi migliorano l'efficienza. E' un tassello utile perché permette di differenziare e dare priorità diverse ai verdi e che fino all'anno scorso non erano distinti. Ma ci sono tante altre cose fondamentali per la gestione e l'organizzazione di un Pronto Soccorso, a partire dal personale. Abbiamo perso dei medici, che sono andati da altre parti ad occupare posizioni di prestigio, con mia grande soddisfazione. Ma ne arriveranno altri: tra aprile e maggio verranno assunti quattro nuovi medici, siamo forse gli unici in Piemonte a farlo, segno dell'attrattività della struttura del Santa Croce dal punto di vista professionale".

Il Pronto Soccorso di Cuneo da anni è all'avanguardia anche dal punto di vista delle sperimentazioni organizzative. "In tutti i settori, ma ancor più quando devi gestire persone e dare risposte rapide di tipo sanitario, questo aspetto è fondamentale. Con il rallentamento della pandemia abbiamo potuto riprendere in mano alcuni progetti. Ce n'è uno di cui sono particolarmente orgoglioso e che sarà probailmente tema di una pubblicazione scientifica. Molto banalmente, ottimizziamo i tempi di attesa facendo già ai pazienti delle analisi del sangue, in particolare per i soggetti che presentano sintomi come dolore addominale o toracico che non riteniamo ad alta priorità, ovviamente. Quando li vede il medico, questo ha già delle analisi da cui partire per tracciare il quadro clinico e fare una dignosi. Può sembrare una banalità, ma credo che la cultura organizzativa sia fondamentale nella medicina d'urgenza, che per definizione è tempodipendente".

Il Pronto Soccorso di Cuneo è interessato anche da una serie di modifiche e ottimizzazioni degli spazi, anche per garantire la separazione dei percorsi. Conclude il primario: "L'abbiamo fatto fin dagli esordi della pandemia, riorganizzandoci in base alla pressione dei contagi. Questi interventi strutturali ci aiuteranno a farlo meglio, anche perché credo che, per almeno un altro anno, saremo costretti a lavorare su due fronti, quello Covid e quello non Covid". 

Barbara Simonelli

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