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Attualità | 14 febbraio 2022, 07:38

Caro bollette, in Piemonte il 7% delle piccole imprese medita un fermo delle attività

Ricerca di Cna: 7 aziende su 10 si sono giocate la ripresa con l'impennata dei prezzi di luce, gas e materie prime

Caro bollette, in Piemonte il 7% delle piccole imprese medita un fermo delle attività

Il settore artigiano si è già "giocato" gran parte della ripresa. Il caro bollette e il caro materie prime stanno gravando fortemente sulla micro impresa piemontese. Lo mette in evidenza un'indagine della Cna.

Incrementi tra il 18 ed il 33%

Gli incrementi vanno tra il +18,6% nella filiera del turismo e il +33,1% nelle costruzioni Le imprese che intendono ritoccare i listini al rialzo sono, infatti, il 62,8% nella manifattura e il 54,4% nelle costruzioni. Il 77,5% ritiene invece che l'aumento del costo dell'energia possa determinare una riduzione dei margini di guadagno. Il 10,6% pensa di dovere ridurre la produzione (10,6%), il 6,8% paventa addirittura il fermo dell'attività. Il 37% rinvia gli investimenti programmati.

"Serve l'intervento della politica"

"Il panorama che avevamo davanti qualche mese fa all'insegna dell'ottimismo e della crescita è cambiato. Preoccupano il calo dei consumi e l'aumento dell'inflazione delle ultime settimane. Chiediamo che i decisori politici nazionali e regionali si impegnino prioritariamente su questo fronte" commenta il segretario regionale di Cna Piemonte, Delio Zanzottera.

"Con la Regione e le istituzioni dobbiamo aiutare le imprese a superare l'emergenza. Qualora questo momento rappresentasse la fine della pandemia come l'abbiamo vissuta, l'emergenza per le imprese permarrà ancora per un tempo che non siamo in grado di circoscrivere", aggiunge il presidente regionale di Cna Piemonte Bruno Scanferla.

Cuneo e Alessandria province più in difficoltà

In Piemonte i costi di approvvigionamento delle materie prime sono aumentati in modo significativo per l'81,3% delle imprese. La metà fra gli interpellati (55,6%) ha aumentato il livello di prezzo dei prodotti finiti, mentre il 41,2% ha ritenuto più utile mantenerlo, assorbendo l'aumento dei costi e limando i propri margini. In ambito provinciale, sono le ditte cuneesi (+61,2) e alessandrine (+61,2) ad avere incrementato maggiormente i prezzi finali, tra i comparti l'edilizia (+70,2).

redazione

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