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Politica | 18 gennaio 2022, 17:19

Fratelli d’Italia vuole il posto di Graglia, ma Cirio non può sacrificare il suo uomo

Si complica in Regione la partita dell’Ufficio di Presidenza. Ennesimo rinvio e situazione di alta tensione nel centrodestra dove non si trova un’intesa. Il centrosinistra s’inalbera e sale sulle barricate

Fratelli d’Italia vuole il posto di Graglia, ma Cirio non può sacrificare il suo uomo

C’è un risvolto tutto cuneese nella partita in corso per l’Ufficio di Presidenza in Regione, dove il centrodestra, dopo ripetuti rinvii, non riesce a trovare un accordo.

Fratelli d’Italia vuole la vicepresidenza del Consiglio, oggi assegnata al forzista Franco Graglia, ex sindaco di Cervere per un suo esponente, Davide Nicco.

Graglia è l’uomo di maggior fiducia del presidente Alberto Cirio, il quale mai e poi mai sarebbe disposto a sacrificarlo.

Paolo Bongioanni, anche lui cuneese, visti cadere nel vuoto le varie sollecitazioni portate da lui e dal segretario regionale FdI, Fabrizio Comba, ha chiesto un ennesimo rinvio della votazione in Consiglio, che ha avuto come conseguenza una vibrata protesta della minoranza di centrosinistra.

Pd e Luv accusano Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia di non avere rispetto per le istituzioni.

La proposta di rinvio è passata per il rotto della cuffia, evidenziando la profonde tensioni nel centrodestra. Hanno infatti votato a favore della sospensione 21 consiglieri, mentre 19 sono stati i contrari, 4 le schede bianche.

Fratelli d’Italia sembra comunque intenzionato a non mollare la presa, così come Lega e Forza Italia non sembrano intenzionate a recepire richieste ritenute troppo esose.

È probabile che sull’Ufficio di Presidenza gli assetti restino quelli che sono, anche perché un autorevole esponente della Lega ci confida che “Cirio non sacrificherà mai la sua “Ombra” (Graglia) per fare concessioni ai “Fratelli” che vorrebbero indebolirlo”.

Dopo una lunga melina, è verosimile che Cirio spiegherà a Comba e Bongioanni che dovranno accontentarsi di qualche ritocco (minimo) di deleghe in seno alla giunta e magari qualche compensazione in qualche società partecipata.

GpT

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