Alba - 12 gennaio 2022, 08:42

Le piscine della Granda rischiano di affogare nel "caro bollette"

Il presidente del CSR: “I costi sono raddoppiati, andare avanti in queste condizioni è impossibile. Sempre più difficile garantire il servizio”

“Siamo ad un passo dalla chiusura: il rincaro delle bollette ci darà la mazzata finale. Nonostante le difficoltà, siamo riusciti a superare il lockdown, ma ora l’aumento vertiginoso di luce e gas potrebbe essere fatale per tutto il nostro settore”.

Non sono affatto rosee le previsioni di Luca Albonico - presidente del Centro Sportivo Roero e del Comitato Regionale FIN Piemonte e Valle d’Aosta - sul futuro delle piscine della nostra provincia degli impianti sportivi in generale.

“Il CSR, come gestore delle piscine di Cuneo, Alba, Savigliano, Sommariva Perno ed Asti - spiega il presidente Albonico - non reggerà a lungo una situazione simile, con prezzi in bolletta che sono quasi raddoppiati in tutti gli impianti. Reggeremo ancora qualche mese ma poi, se i prezzi non caleranno o non ci sarà un sostegno economico, purtroppo potremmo anche pensare ad una soluzione drastica, come la chiusura”.

Le piscine “divorano” energia per scaldare l’ambiente e l’acqua e i calcoli sono da capogiro: “Lo Stadio del nuoto di Cuneo - precisa Albonico - è l’impianto più grande gestito dal CSR e i costi per il riscaldamento, prima del rincaro, si aggiravano sui 350mila euro”.

La spesa era così suddivisa: 150 mila euro per un milione di chilowatt elettrici e poi sui 200 mila euro peri tre milioni e mezzo di chilowatt termici. Cifre che sono di poco inferiori per la piscina di Alba che è leggermente più piccola e quasi la metà per gli impianti, assai meno ampi, di Savigliano e Sommariva Perno.

“Non sappiamo ancora con certezza - precisa il presidente Albonico - quanto tempo gli impianti potranno andare avanti con questi costi. La speranza è che vi sia almeno una parziale retromarcia dei rincari, oppure davvero la possibilità di tenere aperto non sarà così scontata”.

Un’azione estrema, che danneggerebbe cittadini e territori.

“Noi facciamo sport - prosegue il presidente CRS - diamo un importante servizio pubblico e chiudere significherebbe gettare all’aria anni di investimenti, di formazione e di ricadute economiche e di immagine importanti su tutta la nostra provincia”.

La soluzione che il CSR propone è un’azione condivisa tra Comuni e Governo per scongiurare la soluzione più scontata ma anche dannosa delle chiusure.

“Far pagare ai fruitori della piscina un rincaro così forte non solo sarebbe ingiusto ma anche improponibile. Chiediamo - conclude il presidente CSR - che il Governo ci aiuti, stanziando un fondo che serva a pagare la differenza tra le bollette di prima del rincaro e quelle attuali.

A questo proposito abbiamo già attivato tutte le amministrazioni cittadine che hanno un impianto sul loro territorio, per una azione comune, al fine di ottenere degli aiuti indispensabili per proseguire l’attività”.

NaMur