“Siamo ad un passo dalla chiusura: il rincaro delle bollette ci darà la mazzata finale. Nonostante le difficoltà, siamo riusciti a superare il lockdown, ma ora l’aumento vertiginoso di luce e gas potrebbe essere fatale per tutto il nostro settore”.
Non sono affatto rosee le previsioni di Luca Albonico - presidente del Centro Sportivo Roero e del Comitato Regionale FIN Piemonte e Valle d’Aosta - sul futuro delle piscine della nostra provincia degli impianti sportivi in generale.
“Il CSR, come gestore delle piscine di Cuneo, Alba, Savigliano, Sommariva Perno ed Asti - spiega il presidente Albonico - non reggerà a lungo una situazione simile, con prezzi in bolletta che sono quasi raddoppiati in tutti gli impianti. Reggeremo ancora qualche mese ma poi, se i prezzi non caleranno o non ci sarà un sostegno economico, purtroppo potremmo anche pensare ad una soluzione drastica, come la chiusura”.
Le piscine “divorano” energia per scaldare l’ambiente e l’acqua e i calcoli sono da capogiro: “Lo Stadio del nuoto di Cuneo - precisa Albonico - è l’impianto più grande gestito dal CSR e i costi per il riscaldamento, prima del rincaro, si aggiravano sui 350mila euro”.
La spesa era così suddivisa: 150 mila euro per un milione di chilowatt elettrici e poi sui 200 mila euro peri tre milioni e mezzo di chilowatt termici. Cifre che sono di poco inferiori per la piscina di Alba che è leggermente più piccola e quasi la metà per gli impianti, assai meno ampi, di Savigliano e Sommariva Perno.
“Non sappiamo ancora con certezza - precisa il presidente Albonico - quanto tempo gli impianti potranno andare avanti con questi costi. La speranza è che vi sia almeno una parziale retromarcia dei rincari, oppure davvero la possibilità di tenere aperto non sarà così scontata”.
Un’azione estrema, che danneggerebbe cittadini e territori.
“Noi facciamo sport - prosegue il presidente CRS - diamo un importante servizio pubblico e chiudere significherebbe gettare all’aria anni di investimenti, di formazione e di ricadute economiche e di immagine importanti su tutta la nostra provincia”.
La soluzione che il CSR propone è un’azione condivisa tra Comuni e Governo per scongiurare la soluzione più scontata ma anche dannosa delle chiusure.
“Far pagare ai fruitori della piscina un rincaro così forte non solo sarebbe ingiusto ma anche improponibile. Chiediamo - conclude il presidente CSR - che il Governo ci aiuti, stanziando un fondo che serva a pagare la differenza tra le bollette di prima del rincaro e quelle attuali.
A questo proposito abbiamo già attivato tutte le amministrazioni cittadine che hanno un impianto sul loro territorio, per una azione comune, al fine di ottenere degli aiuti indispensabili per proseguire l’attività”.