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Attualità | 07 gennaio 2022, 19:02

Obbligo di vaccino: in Granda 30mila gli ultra50enni chiamati alla prima dose

Nella sola provincia di Cuneo la misura varata dal Governo tocca una platea di 273mila persone. Superiore al 10% la percentuale di quanti, tra questi, dovranno mettersi in regola entro il 1° febbraio

Il premier Mario Draghi

Il premier Mario Draghi

Poco meno di 30mila persone. Il 10,5% dei circa 273mila ultra50enni che risultano iscritti nei registri degli assistiti delle Asl Cn1 e Cn2.

Sono questi i numeri di quanti in provincia di Cuneo verranno interessati da quella che rappresenta forse la principale decisione assunta mercoledì sera dal Governo Draghi, che, dopo una complessa contrattazione tra forze politiche, ha rotto gli indugi decidendo di imporre per legge la vaccinazione non soltanto a determinate categorie professionali (agli operatori della sanità e a quelli della scuola si sono ora aggiunti quelli delle università), ma nei confronti di intere classi di età, pena sanzioni economiche e la sospensione del lavoro.

Evidente la ratio: verificato che la vaccinazione non rappresenta un argine contro la diffusione del virus e delle sue ultime varianti, ma che continua a dimostrare la sua efficacia nel prevenire forme di malattia grave, si punta ad alzare ancora la percentuale di vaccinati ed a farlo con speciale riguardo a quelle categorie di persone che anche in questa quarta ondata contribuiscono maggiormente alle ospedalizzazioni.

L’urgenza è quella di frenare l'avanzata dei ricoveri che ancora una volta sta mettendo sotto forte stress il sistema sanitario di intere regioni. Non ultimo il Piemonte dove, stando ai dati di oggi, venerdì 7 gennaio, risultano ormai occupati ben 136 posti letto di terapia intensiva (il 21,7% della disponibilità complessiva) e 1.593 posti in area medica (+80 rispetto al giorno prima), il 26% di quelli presenti negli ospedali di tutta la regione.   

In provincia di Cuneo, come un po’ in tutta Italia, la misura dell’obbligo vaccinale tocca in modo ancora più specifico le fasce d’età dei cinquantenni e sessantenni. Nella prima la percentuale dei "no vax" in Granda tocca il 12-13% di una popolazione complessiva pari a 90mila persone: 64.059 sul territorio della cuneese Asl Cn1 e 27.053 su quello della Cn2 di Alba e Bra, con rispettivamente 8.626 e 3.506 persone ancora in attesa della prima dose.

Sale di poco più di un punto percentuale (dall’86,6% all’88,5%) il livello di vaccinati nella fascia 60-69. Qui i residenti complessivi scendono a 74mila persone, l’11-12% dei quali (6.096 nella Cn1 e 2.483 nella Cn2) non ha ancora provveduto all’inoculazione.

Nelle coorti successive, quelle relative agli over 70 e over 80, i non vaccinati scendono a circa il 7% di una popolazione di poco superiore alle 30mila persone nel territorio di Langhe e Roero e di 76mila nel resto della provincia. In questo caso si parla di 2.255 e di 5.854 persone che non hanno mai fatto nemmeno la prima dose.

Il totale somma a 28.820 cuneesi che ora avranno tempo sino al 1° febbraio per mettersi in regola col nuovo obbligo di legge
. Se non lo faranno andranno incontro a una multa di 100 euro, ma con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale – attesa a ore – per gli over 50 entrerà in vigore anche l’obbligo di esibire il "super green pass" sul posto di lavoro, pena la sospensione da occupazione e stipendio. Un obbligo, quest’ultimo, per ottemperare il quale ci sarà tempo sino al 15 febbraio.

Ezio Massucco

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