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Attualità | 04 gennaio 2022, 12:53

Ad Alba l’ultimo saluto al giudice Mosca: "Fu un’eccellenza della magistratura italiana"

Originario di Napoli, collaboratore di Vittorio Bachelet a Roma, per un quindicennio fu pretore nella capitale delle Langhe prima di intraprendere un’importante carriera nei palazzi di giustizia di Asti, Ivrea e Torino

Aniello Mosca con la moglie Maria Luisa, premiati dal sindaco Marello durante la festa per le nozze d’oro organizzata dal Comune di Alba nel maggio 2017

Aniello Mosca con la moglie Maria Luisa, premiati dal sindaco Marello durante la festa per le nozze d’oro organizzata dal Comune di Alba nel maggio 2017

Si terranno nel pomeriggio di oggi, martedì 4 dicembre, alle 14.30 nella parrocchiale di Cristo Re, i funerali di Aniello Mosca, 83 anni, magistrato in pensione, spentosi domenica nella sua abitazione di Alba.

Originario di Napoli, dopo studi in legge compiuti alla Sapienza di Roma, dove fu allievo di Vittorio Bachelet, e l’ingresso in Magistratura, nel 1971 venne nominato pretore presso il Tribunale di Alba, città nella quale si stabilì definitivamente insieme alla moglie Maria Luisa e ai figli Paola, Ilaria e Giovanni.

Dopo circa quindici anni il trasferimento e una serie di nuovi e importanti incarichi, fino a raggiungere il grado di consigliere di Cassazione, per una carriera che lo avrebbe portato a guidare la sezione penale del Tribunale di Asti e quindi a presiedere quello di Ivrea, mentre come giudice di Corte d’Appello a Torino fu chiamato a pronunciare diverse importanti sentenze.

"Un magistrato eccezionale – lo ricorda Giancarlo Bongioanni, ultimo presidente dell’Ordine degli Avvocati albesi -. Un giudice estremamente preparato, serio ed equilibrato, doti che oggi purtroppo sono rare in magistratura. Alla scienza giuridica univa il buon senso, capacità di giudizio e decisione straordinaria. Nel mio caso era anche un amico, che univa doti straordinarie come uomo e come magistrato, fulgida testimonianza di un’epoca nella quale Alba e il suo Tribunale poterono vantare una tradizione di grandissimi giudici, figure di alto livello, preparate e di buon senso".

Altrettanto sentito il ricordo del collega Roberto Ponzio: "Il presidente Mosca ha rappresentato un’eccellenza della magistratura italiana. Ho avuto l’onore di discutere davanti a lui numerose cause potendone apprezzare le doti di terzietà, imparzialità ed equidistanza da accusa e difesa. Logica e buon senso caratterizzavano le sue sentenze, alcune delle quali sono ancora oggi citate come precedenti giurisprudenziali. Scandali, correntismo, processi infiniti hanno offuscato la credibilità della giustizia, ma giudici come il presidente Mosca hanno contributo per lungo tempo a tenere alto il prestigio e la considerazione sociale della magistratura nel nostro Paese".

Ezio Massucco

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