Abitava e lavora in provincia di Cuneo la ragazza che morì per overdose in casa di Paolo Calissano, l’attore genovese trovato deceduto alcuni giorni fa in casa sua a Roma, probabilmente per colpa di un mix di farmaci.
Era il settembre del 2005 e da lì iniziò la tragica parabola che portò Calissano in un centro di recupero a Trofarello, in provincia di Torino, dove scontò anche la pena di quattro anni per la morte di Ana Lucia Bandeira, 31 anni, originaria del Brasile ma da anni residente tra Cuneo e Mondovì, dove viveva quando morì.
“Anina” - come la chiamavano i suoi amici - aveva lavorato per molti anni in alcuni night club della Granda ed anche in un noto ristorante brasiliano, poi si era innamorata di un carabiniere monregalese ed era andata a convivere con lui. In quel periodo aveva trovato un posto di lavoro come operaia, fino a quando la scadenza del permesso di soggiorno aveva rimesso tutto in gioco.
Anina si lascia con il carabiniere e decide di trasferirsi almeno per qualche giorno alla settimana a Genova, dove aveva già lavorato anni prima. Qui incontra l’attore e inizia una relazione con lui.
“Anina diceva che Paolo era il suo fidanzato”, raccontavano ai tempi le amiche. Un amore finito tragicamente e che qualche giorno fa ha avuto il suo epilogo peggiore.