Attualità - 30 dicembre 2021, 14:15

Incertezza e contagi si abbattono su alberghi e ristoranti della Granda: le perdite superano il 40%

Tra mancate prenotazioni e disdette, è questa la previsione. Si spera nella prossima settimana, con le offerte last minute. A soffrire di più il turismo montano e pedemontano, anche per la mancanza di neve

Incertezza e contagi si abbattono su alberghi e ristoranti della Granda: le perdite superano il 40%

Paura, insicurezza e l'esplosione dei contagi o dei contatti con positivi. Un mix che si traduce in una perdita, per il settore del turismo della Granda, tra ricettività e ristorazione, superiore al 40%.

Questa la stima, tra cancellazioni e mancate prenotazioni. 

"L'esplosione dei contagi sta portando a continue disdette. Un effetto domino che sta mettendo in crisi il settore, in particolare per quanto riguarda il turismo montano e pedemontano, lungo l'asse che va da Saluzzo a Mondovì" - afferma Giorgio Chiesa, presidente dell'Associazione Albergatori della Granda.

Che non esita ad evidenziare come la situazione sia addirittura peggiore rispetto a quella di un anno fa. "Nel 2020, in questo periodo, i ristoranti erano chiusi, gli alberghi no, ma non si lavorava. Però c'erano dei paracadute, come la cassa integrazione, la moratoria sui mutui, le detrazioni sugli affitti. Tutto questo dal 1° gennaio 2022 non ci sarà più. Le prospettive sono drammatiche, perché senza paracadute ci andremo a schiantare".

L'alto numero di disdette è confermato anche da Beppe Carlevaris, presidente del Conitours. "E' tutto in evoluzione, ma soprattutto c'è tanta confusione, che ha portato le persone a cancellare. Non solo le prenotazioni alberghiere, ma anche i pranzi delle feste al ristorante".

In particolare, le cancellazioni ci sono state nella settimana dal 26 al 2, mentre ci sono prenotazioni nel periodo dal 2 al 9 gennaio. "L'allarmismo degli ultimi 15 giorni ha creato molta confusione e paura. Adesso, con le nuove regole, pare che la situazione sia un po' più chiara e qualche prenotazione last minute sta arrivando, anche da parte di persone che avevano prenotato e poi cancellato. Magari ci hanno ripensato e hanno solo spostato di una settimana. Abbiamo, però, un altro problema, indipendente dal Covid: fa troppo caldo e non c'è neve. Un anno fa a Limone Piemonte ne avevamo quattro metri". 

Un effetto del Covid è lo spostamento verso la ricettività privata rispetto a quella alberghiera. "B&B e appartamenti vanno per la maggiore - evidenzia ancora Carlevaris. Non c'è condivisione di spazi e probabilmente c'è una maggiore percezione di sicurezza".

Danilo Rinaudo, albergatore di Saluzzo e vice presidente dell'associazione Albergatori della Granda, parla di una convinzione sbagliata. "Nessun posto è sanificato e certificato come gli hotel, dove la biancheria stessa viene lavata con metodi industriali che garantiscono l'igienizzazione. Cosa che quasi mai avviene in altri tipi di ricettività".

Rinaudo evidenzia anche il "pessimo tempismo" delle norme, arrivate il 23 dicembre e tali da generare confusione in chi aveva prenotato le vacanze, tanto che la scelta è stata quella di disdire. "Quelle nuove entreranno in vigore dal 10, per cui c'è più tempo per adattarsi e organizzarsi. Ma delle restrizioni che vengono decise e applicate dall'oggi al domani sono impossibili da gestire per chi ha un'impresa"

Sul fronte Langhe e Roero la situazione è diversa. La stagione migliore, quella autunnale, si è conclusa senza che l'aumento dei contagi e le nuove restrizioni creassero particolari conseguenze. Ma sono le prospettive a spaventare.

Così presidente dell'Atl Langhe Monferrato Roero Luigi Barbero: "Il turismo è mobilità. Se gli spostamenti sono bloccati, rischiamo di pagare un prezzo altissimo nei prossimi mesi, perché non potremo contare sui turisti stranieri, che per le nostre colline costituiscono una fetta importantissima. Sono giorni e settimane particolari per tutta l'economia, ma il settore del turismo è ancora una volta quello che rischia di pagare di più. A noi è andata bene, ma siamo preoccupati per quello che potrà accadere in vista della ripartenza. Che potrebbe non esserci per chissà quanti mesi ancora".

Barbara Simonelli

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