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Politica | 25 novembre 2021, 11:07

Bergesio (Lega): “Contrasto e condanna di ogni forma di violenza sulle donne sia obiettivo prioritario dello Stato”.

In Italia, da inizio anno, su 263 omicidi in 109 casi la vittima era una donna. Il senatore del Carroccio: “È dovere di ognuno di noi tutelare donne e minori ogni giorno, non solo in occasione delle ricorrenze”

Giorgio Maria Bergesio, senatore della Lega Salvini Premier

Giorgio Maria Bergesio, senatore della Lega Salvini Premier

“Il contrasto ad ogni forma di violenza sulle donne deve essere obiettivo prioritario per lo Stato italiano. È dovere di ognuno di noi tutelare donne e minori ogni giorno, non solo in occasione delle ricorrenze”. Lo afferma il senatore Giorgio Maria Bergesio (Lega Salvini Premier), commentando, in vista del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne istituita per volere dell’Onu nel 1999, gli ultimi dati che attestano l’allarmante aumento del numero di vittime di femminicidi e violenze anche nel nostro Paese.

Una strage infinita: in Italia, da inizio anno, su 263 omicidi in 109 casi la vittima era una donna. Di queste, 93 sono state uccise in ambito familiare ed affettivo. Dati in peggioramento: nel 2020 le vittime erano state 101. Un fenomeno enorme che non risparmia lo sport: secondo studi della Federcalcio mondiale, tra le atlete 1 su 3 è vittima di violenza.
 
“L'acuirsi, nell'ultimo decennio, del fenomeno richiede interventi più incisivi sia dal punto di vista della condanna sia da quello, ancora più essenziale, della prevenzione di questi episodi sempre più frequenti e gravi”, prosegue Bergesio.
 
“Per raggiungere questo obiettivo – continua il senatore del Carroccio -, occorre sostenere attivamente il ruolo delle donne nella società e l’equità tra i sessi in ogni campo della vita”.
 
La violenza contro le donne e i minori si sviluppa soprattutto nell'ambito dei rapporti familiari e coinvolge donne di ogni estrazione sociale e di ogni livello culturale, provocando danni fisici e gravi conseguenze sulla salute mentale, e comportando alti costi socioeconomici alle comunità. I dati mostrano una situazione preoccupante, in cui i luoghi più familiari diventano anche quelli del rischio più elevato.

“Purtroppo in ogni parte del mondo ci sono regimi che reputano la donna un 'essere inferiore': con questi Stati, che non si possono definire civili, non dovremmo avere alcun dialogo e piuttosto attuare azioni affinché in quei Paesi la figura femminile venga tutelata - è il pensiero di Bergesio -. Ma dobbiamo prima di tutto agire 'in casa nostra', dove ormai quasi ogni giorno si susseguono notizie di femminicidi e violenze. Si tratta di una violenza sommessa e sommersa, che spesso le donne subiscono nel silenzio, sole di fronte ad un quotidiano pesante che difficilmente lascia vie di fuga. Tutto questo deve essere fermato”.

“Per sconfiggere un modo di pensare che non contempla il rispetto della donna
– conclude Bergesio -, occorrono pene certe ed efficaci ma prima ancora è indispensabile agire nella direzione della prevenzione e del necessario cambiamento culturale, anche potenziando le reti locali di intervento a sostegno delle donne. Il grado di civiltà di una Nazione dipende anche e soprattutto dalla misura in cui la parità di diritti e doveri fra uomini e donne viene garantita”.

C. S.

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