La sua storia riportata in cronaca dai giornali 3 anni fa, si aggiorna pubblicamente con un grande e commovente grazie verso le persone che hanno reso possibile il miracolo.
“Era importante venire a Saluzzo nella centrale operativa del 118 provinciale. Avremmo voluto farlo prima, ma il Covid ha ritardato l’incontro con le persone meravigliose dalle quali è partito tutto” afferma la mamma Simona con il marito Giovanni Cavallero di Bene Vagienna, insieme al figlio Zeno, sorridente ed emozionato. "Nessuno avrebbe pensato possibile la rinascita di nostro figlio".
Era il 27 luglio del 2018. Zeno aveva 13 anni e si trovava con gli amici in una piscina privata di un albergo a Narzole. “ Prima stavo bene” ricorda.
Era al top conferma la mamma parlando di lui come di un ragazzo sportivo che non aveva mai avuto problemi di salute e che stava per iniziare gli allenamenti della stagione calcistica nel Cheraschese.
Alcuni tuffi ripetuti e dopo una mezz’ora il malore. Era riuscito con le proprie forze ad uscire dall’acqua, ma dopo alcuni passi era caduto a terra per un arresto cardiaco. Ad intervenire immediatamente con manovre salvavita erano stati Elisabetta che aveva appena terminato un corso di pronto intervento e si trovava in piscina e Italo il proprietario della struttura.
Zeno fu poi prontamente soccorso dall’equipe del 118 che lo prese in carico e lo trasportò con l'elicottero al Regina Margherita di Torino. Era in condizioni disperate.
Nell’ospedale infantile torinese, dopo i giorni della rianimazione aveva avuto una leggera risalita – racconta la mamma Simona - ma a settembre una discesa tremenda. Ci preparavamo a lasciarlo. Poi Zeno ha deciso che bisognava lottare ed ha lottato. Dopo sette mesi l’abbiamo riportato a casa, pesava 34 chili. Eravamo convinti che la prospettiva fosse di tenerlo in un letto, per le gravi conseguenze dell’ipossia”.
Invece la rinascita e con tanta fatica le riabilitazioni, gli interventi chirurgici. Il suo obiettivo è ora di tornare a giocare a calcio.
Ha iniziato a parlare nel maggio del 2019, proprio per la Festa della mamma – ricorda Simona.
Zeno che oggi ha 16 anni e frequenta l’Ipc Bellisario di Mondovì, ha voluto venire di persona nella centrale operativa provinciale con la famiglia quasi al completo: oltre ai genitori 4 fratelli Maddalena, Camilla, Fatima e Leonardo per dire grazie a parole e con tanti dolci, al personale medico e infermieristico che lo ha soccorso e aiutato a non morire.
Luigi Silimbri direttore della centrale operativa del 118 della Provincia di Cuneo: "Ringrazio a mia volta la famiglia. Non è da tutti e nemmeno l’impegno lo è. E’ un ottimo lavoro di squadra, forse il lavoro di squadra a cui tendiamo nel nostro servizio che è stato abbastanza duro negli ultimi anni. Un gesto che nonostante la fatica e spesso le critiche ci fa alzare al mattino e andare contenti al lavoro".
Il vicesindaco di Saluzzo Franco Demaria "E' davvero una bella medaglia, un bel regalo che vi offre il ragazzo".
Ad abbracciare Zero, a nome di tanti Pietro Blesio in servizio quel giorno alla centrale del 118 " questo grazie è una gratificazione enorme, che dimostra l’utilità del nostro lavoro, dell’elicottero e del 118 in generale. E’ il sogno di chiunque di noi fa questa professione, spesso non così conosciuta sotto tati aspetti".
Sottolineata nell’incontro l’importanza del pronto intervento con manovre salvavita anche da parte di cittadini che si trovano sul luogo dell’incidente e che nell’azione, in attesa dell’arrivo dei soccorsi e del defibrillatore, possono essere guidate telefonicamente da operatori del 118.