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Economia | 31 ottobre 2021, 14:02

Da Bra a Colonia coi ritrovati Tritogom: così cresce l’impero del riciclo di Giuseppe Piumatti [FOTOGALLERY]

Ancora un anno di forte espansione per il gruppo specializzato in servizi ambientali, che intanto ha riaperto alle visite gli spazi museali a bicicletta e scrittura meccanica

Giuseppe Piumatti, fondatore della Bra Servizi

Giuseppe Piumatti, fondatore della Bra Servizi

E’ un business che non si ferma e che da tempo guarda alle sempre più pressanti esigenze dell’economia circolare quello che a Bra vede protagonista l’impero del riciclo fondato dal cavalier Giuseppe Piumatti.

Il Gruppo Piumatti in questi giorni è impegnato come espositore tra i padiglioni dell’importante "The Greener Manufacturing Show" di Colonia, in Germania, con la partecipata Tritogom, fiore all’occhiello della compagine grazie alle sue avanzate tecnologie per il recupero di pneumatici e la loro trasformazione in materiali utilizzati per impieghi tra i più disparati, tra i quali la realizzazione della pista di atletica che nello scorso agosto ha visto trionfare l’Italia dell’atletica con gli ori di Marcell Jacobs, Marco Tamberi e della staffetta 4x100.

"Da quando siamo nati, 31 anni fa, abbiamo sempre investito. Sui mezzi, ma soprattutto sulle persone"
, racconta Piumatti, imprenditore che fa collezione di riconoscimenti e onorificenze (in estate quella di Cavaliere di Gran Croce, conferitagli dal presidente della Repubblica), mentre mette in elenco i numeri del suo impero: centinaia e centinaia di collaboratori distribuiti nel nord ovest d’italia ("Ma io li chiamo colleghi"), 80mila aziende clienti, centinaia e centinaia di tonnellate di rifiuti delle più diverse tipologie (misto carta, plastica, legno, metallo, scarti industriali, persino bibite e alcolici) trattate ogni anno nei 250mila metri quadrati di superficie di una sede aziendale dove camion colorati di rosa, giallo e celeste vanno e vengono in continuazione dalle decine aree di scarico e trattamento: "Stiamo aspettando nuovi arrivi di autocarri Scania, ordinati nei mesi scorsi e che andranno ad aggiungersi a una flotta di centinaia di mezzi", racconta con orgoglio mentre ricorda quel primo camion da cui tutto era partito: "Era il 1989, lavoravo per una ditta del settore e guadagnavo 5 milioni al mese: un bello stipendio per l’epoca. Ma non ero contento. Decisi di provarci. Mio padre era un pensionato, veniva da una frazione di Bra e aveva fatto per tutta la vita il turno di notte alla Fiat. Da ragazzo aveva vissuto anche la guerra, era tornato da un campo di concentramento in Germania era talmente magro che mia nonna non l’aveva riconosciuto. Mise la firma di garanzia impegnando tutto quello che aveva su un mutuo con interessi al 22%. Ho lavorato giorno e notte per non tradire la loro fiducia, e oggi sono qui. Sono fortunato perché faccio il più bel lavoro che esista e nella nazione più bella al mondo, ma ho la gioia di condurre un’azienda che cresce anno su anno, anche in tempi di pandemia: +30% nel 2019, +18% nel 2020 e +18% anche quest’anno. Questo grazie a miei collaboratori e a un’organizzazione che valorizza il lavoro delle donne, che quasi sempre hanno una marcia in più di noi maschietti. Le mie figlie, Sonia e Sabrina, lavorano con me ormai da tempo e le ringrazio perché mi supportano e sopportano, e aspetto che arrivi anche mio figlio Massimo, che oggi ha appena 8 anni. Anche a lui voglio insegnare che bisogna impegnarsi, dare il massimo nel lavoro e, quando è ora, anche nel fare festa. A novembre festeggeremo i trentuno anni di azienda".

"Quello che diamo ci torna indietro, nel lavoro e negli affetti", è la filosofia di Piumatti, che un certo orgoglio ce l’ha anche nel mostrare gli spazi che all’interno della sua azienda ha voluto riservare a due attività che poco hanno a che fare con questa "Disneyland dell’ecologia".

"Il Museo della Scrittura Meccanica nasce dalla passione di mio genero, Domenico Scarzello. Ospita 230 esemplari di macchine da scrivere di ogni epoca, con numerosi pezzi rarissimi e preziosi. Davvero è una bellezza da vedere ed è una gioia contare i visitatori che iniziano a tornare, dopo i fermi dovuti al Covid".

Altrettanto singolare è il Museo della Bicicletta: "Con Luciano Cravero ci conosciamo da tempo. Anni fa si è trovato a dover trovare una sede per la raccolta di cimeli che, da vero appassionato quale è, aveva raccolto lungo anni di ricerche. Sono stato felice di mettergli gratuitamente a disposizione uno spazio all’interno dell’azienda: un salone di 250 metri che, pandemia permettendo, ogni settimana viene visitato da centinaia di persone, scolaresche in primis. Sono testimonianze della nostra storia che era un peccato non potessero essere viste e visitate da così tanti appassionati".

Ezio Massucco

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