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Attualità | 16 ottobre 2021, 14:37

“Incredibile: i sindacati tollerano il lavoro nero?”. A chiederselo è Paolino, l’imprenditore di Busca

“Ammettono il 10 per cento di irregolari in una azienda: dovevano azzerare non abbassare la percentuale. Anche loro dovrebbero contribuire a pagare i tamponi ai lavoratori non vaccinati”

“Incredibile: i sindacati tollerano il lavoro nero?”. A chiederselo è Paolino, l’imprenditore di Busca

“Mi chiedo come mai i sindacati, così vicini ai lavoratori, non contribuiscano a pagare i tamponi per i non vaccinati. Ma soprattutto mi domando se i sindacati tollerano il lavoro nero. E sì, perché altrimenti non sarebbero soddisfatti perché il governo ha accettato di diminuire la percentuale di lavoratori non in regola in un’azienda dal 20 al 10 per cento, per poterla fermare. Da imprenditore dico: il lavoro nero non deve essere tollerato: la percentuale deve essere pari allo zero”.

Duilio Paolino, imprenditore cuneese, titolare della Cosmo di Busca, leader nel mondo per le sue macchine agricole, sbotta sull’ultima dichiarazione delle categorie sindacali, che ha ottenuto di poter sospendere le attività laddove non vengono rispettate le norme di sicurezza sul lavoro, abbassando anche la quota delle presenze non regolari in una impresa.

Hanno perso un’occasione. Dovevano rimuovere la percentuale, non abbassarla: sono io il primo, da imprenditore serio come la maggior parte degli imprenditori italiani, a non tollerare che in una azienda possa non esserci sicurezza o tutela. Alla Cosmo non esistono lavoratori in nero”.

Duilio Paolino è stato tra i primi imprenditori italiani a dichiarare di voler pagare il tampone ai dipendenti che non avevano il green pass in quanto non vaccinati contro il Coronavirus.

“L’ho detto e lo faccio - ribadisce convinto -. Ma anche in questo caso mi chiedo come mai i sindacati, così vicini ai lavoratori, non abbiano fatto un passo avanti nel dire di voler contribuire a pagare i tamponi dei loro iscritti, nel caso in cui non abbiano fatto la vaccinazione. Il Paese vive un'emergenza, tutti devono contribuire a risolverla, anche perché non tutte le aziende sono in grado di sostenerne la spesa. Anche questa era una occasione per calarsi nella realtà e sostenere i lavoratori. Occasione persa”.

NaMur

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