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Attualità | 29 luglio 2021, 13:34

Dopo i reparti, i giardini curativi: primo "healing garden" all’ospedale di Verduno [FOTO E VIDEO]

Consegnato alla Soc di Psichiatria lo spazio con cui la Fondazione Ospedale ha avviato il progetto sostenuto della famiglia Ferrero

Fotoservizio di Barbara Guazzone

Fotoservizio di Barbara Guazzone

"L’ospedale nella natura, la natura nell’ospedale". Questo il motto che accompagna l’ambizioso progetto della Fondazione Ospedale Alba Bra, che col sostegno della famiglia Ferrero mira a riconvertire una parte dei circa 15 ettari di terreno che circondano il grande edificio di Verduno in 50.000 metri quadrati di giardini curativi.

Oggi, giovedì 29 luglio, un passo che segna l’entrata nel vivo del progetto, con la consegna delle chiavi del primo "healing garden" al reparto di Psichiatria.

Lo studio e la realizzazione del progetto è stata affidata a due nomi di chiara fama, i professori Giulio Senes e Natalia Fumagalli, dell’Università degli Studi di Milano, tra i massimi esperti di giardini curativi in Italia, mentre la parte specificatamente realizzativa e vivaistica è stata affidata ai Vivai Barberis di Cherasco.

Otto sono gli spazi individuati per la realizzazione dei giardini curativi. Dopo lo spazio realizzato presso il reparto di Psichiatria, si proseguirà con quelli previsti presso la Radioterapia, l'Oncologia, la Neuropsichiatria Infantile, la Pediatria, la Gastroenterologia e la Cardiologia, oltre al "Giardino degli Abbracci", da realizzarsi presso le camere mortuarie.

All’incontro tenuto questa mattina, oltre a una delegazione della Fondazione Ospedale - nelle persone del presidente Bruno Ceretto, della vicepresidente Marcella Brizio, della consigliera Nadia Gomba e del direttore Luciano Scalise, erano presenti il presidente della Ferrero Spa e segretario generale della Fondazione Ferrero Bartolomeo Salomone, la Direzione dell’Asl Cn2 - nelle persone del direttore sanitario Mario Traina e del nuovo direttore amministrativo Claudio Monti, e il personale di reparto.

“Come universitariha spiegato la professoressa Natalia Fumagalli - cerchiamo sempre di mettere insieme la ricerca con la progettazione, che è l’applicazione di quella prima fase. Quindi il percorso che abbiamo utilizzato è stato quello di partire dalle evidenze scientifiche, cioè dalla letteratura internazionale che ci spiega che stare nel verde fa bene e come questo verde deve essere fatto per stare bene, combinandole con le esigenze specifiche dei reparti. Ci piacerebbe poi vedere come funzionerà questo spazio, per poi eventualmente poterlo migliorare o aggiustare, perché sicuramente un giardino cresce e si evolve, e in questa evoluzione si può poi adattarlo al meglio delle specifiche esigenze”.

Al momento l’healing garden del reparto di Psichiatria è sostanzialmente ultimato, mancano ancora alcune rifiniture per poterlo mettere in funzione in modo completo, dopodiché si procederà con la sua inaugurazione ufficiale. Intanto è quasi terminato anche quello realizzato presso la Radioterapia, reparto in allestimento in questi.

“All’interno del giardino ci sono alcune vasche – spiega la dottoressa Franca Rinaldi, direttrice del repartocon cui verrà fatta dell’orto terapia, in cui il paziente partecipa attivamente al progetto, rendendosi conto in prima persona della trasformazione, dalla semina alla crescita e quindi questo è un qualcosa che lo gratifica e lo porta a vedere un risultato concreto, pensando a persone che sono abituate ad averne pochi di risultati. Questo genere di cose è presente spesso, più in grande, nelle comunità terapeutiche, averlo anche noi è importante, perché da l’opportunità ai nostri pazienti di avere degli stimoli e la possibilità di prendersi cura di qualcosa”.

“Siamo orgogliosi del percorso intrapreso – commenta Bruno Ceretto, presidente della onlus –. Felici di come questo progetto, sin da subito, sia stato accolto dalla Direzione dell’Asl e dell’ampia collaborazione instaurata col personale dei reparti con cui si stanno progettando i giardini . L’idea è di impiegare tutti gli spazi che si prestano a ospitare aree verdi. Pensiamo, in particolare, a cavedi, terrazzi e aiuole, che andranno a collegarsi con gli spazi esterni, creando un grande parco ispirato ai più celebri 'giardini curativi' del mondo. In sostanza, vogliamo che questa natura 'entri' nell’ospedale. Oggi abbiamo consegnato le chiavi del primo giardino terapeutico alla Psichiatria, proprio mentre, al secondo piano, si sta realizzando il giardino della Radioterapia. Tanti avranno visto negli scorsi giorni un’enorme gru che scaricava sacchi di terra nel cavedio centrale dell’ospedale. In quell’area sarà collocato il secondo giardino che consegneremo nelle prossime settimane a beneficio dei malati oncologici dell’ospedale. Ogni spazio del parco sarà dedicato a una funzione. Ringraziamo ancora la famiglia Ferrero e tutti coloro che stanno collaborando fattivamente alla riuscita di questo innovativo progetto di umanizzazione della struttura”.

IL PROGETTO ILLUSTRATO DAL DIRETTORE
DELLA FONDAZIONE SCALISE E DAL PRIMARIO
DELLA PSICHIATRIA FRANCA RINALDI [VIDEO]




Bartolomeo Salomone, presidente della Ferrero Spa, ha chiuso l’incontro con un augurio: “Il presidente Ceretto afferma sempre che dobbiamo creare opportunità per i giovani medici, affinché non abbiano la sola scelta di emigrare all’estero per potersi formare con percorsi di eccellenza. Oggi abbiamo messo un tassello in più per dare loro una seconda scelta: emigrare all’estero o venire a Verduno”.

Andrea Olimpi

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