L’ondata di gelo registrata la scorsa notte, con temperature arrivate a -6, ha causato gravi danni diffusi all’agricoltura, in particolare ai comparti frutta, vite e nocciolo.
Come verificato dai tecnici Cia Cuneo, in sopralluogo nelle aziende in queste ore, le conseguenze della gelata sono molto impattanti sui fiori e sui frutti; si prevedono in maniera generalizzata grosse perdite di raccolto, fino al 90%.
Come spiega il consulente tecnico Cia Maurizio Ribotta, "a patire di più, nel settore frutta, sono stati kiwi, pesche nettarine, susine, albicocche, ciliegie. Anche a fondo valle i danni sono importanti per vigneti e noccioleti: anche se è difficile definire in questo momento l’entità della situazione, le prospettive non sono buone. Anche l’erba medica intrafilare nei vigneti è stata bruciata dal gelo. Da una prima verifica sembrano compromesse le gemme delle uve per i vini rossi. Le condizioni saranno meglio definite nella giornata di domani; le previsioni meteo danno per terminata l’ondata di freddo".
Commenta il direttore provinciale Cia Cuneo Igor Varrone: “La situazione, molto estesa e significativa anche a più alti livelli altimetrici, si presenta di gran lunga peggiore della gelata del 2017, che invece aveva salvato alcune zone del territorio. Quattro anni di distanza tra i due eventi sono troppo pochi: le variazioni climatiche estreme si stanno verificando sempre più ravvicinate nel tempo. Bisogna mettere in campo azioni concrete per gestire i cambiamenti climatici, anche se in agricoltura, contro il gelo, non esistono interventi preventivi”.
Cia Cuneo ha già avuto un confronto con l’Assessorato regionale all’Agricoltura di Marco Protopapa per lo stato di calamità naturale.
Preoccupazioni condivise da Confagricoltura, i cui tecnici sono ora al lavoro per monitorare la situazione in campo, ma che conferma la previsione di un’annata frutticola in salita.
Michele Ponso, imprenditore frutticolo di Lagnasco e neo presidente nazionale della Fnp Frutticoltura dell’associazione agricola: “Il problema è stato causato dalla durata delle gelate (diverse ore per nottata), oltre che dalla loro intensità, fattori che abbinati insieme hanno provocato seri danni su albicocche, pesche, nettarine e susine stimabili in perdite dal 50% al 70% delle produzioni, a seconda degli areali colpiti. Nel Saluzzese la temperatura è scesa anche a -7 gradi sotto lo zero e gli impianti non dotati di sistemi di difesa attiva (ventoloni e antibrina ad acqua, ad esempio) vedranno in buona parte compromessi i prossimi raccolti. Preoccupa da questo punto di vista la situazione del kiwi. Ora è partita la conta dei danni, c’è da sperare di riuscire a limitarli perlomeno sul mercato, se si considera che purtroppo queste forti ondate di gelo improvviso hanno interessato anche molti altri Paesi europei, dalla Spagna alla Francia”.