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Politica | 03 aprile 2021, 21:29

Le politiche antidroga alla cuneese Dadone: arriva la nomina, centrodestra sulle barricate

Dure reazioni sulla scelta di Draghi di affidare l’incarico all’esponente pentastellata, da sempre su posizioni antiproibizioniste. Con la Meloni protesta anche Forza Italia

Fabiana Dadone, ministro alle Politiche Giovanili

Fabiana Dadone, ministro alle Politiche Giovanili

Dopo le nubi dei giorni scorsi, è arrivata l’attesa tempesta alla notizia della nomina con la quale oggi (sabato 3 aprile) il premier Mario Draghi ha affidato la delega alle politiche antidroga alla deputata monregalese Fabiana Dadone, già ministra della Pubblica Amministrazione nel Governo Conte bis, ora al timone del dicastero deputato alle Politiche Giovanili.  

Una decisione ventilata da alcune settimane e contro la quale si era già scagliata con decisione Fratelli d’Italia, in ragione delle posizioni antiproibizioniste da sempre manifestate dall’esponente pentastellata, che da sempre si dice favorevole alla liberalizzazione della cannabis.

Proteste che il partito di Giorgia Meloni ha ribadito con forza oggi alla notizia della nomina, guidando un fronte contrario al quale si è ora unita Forza Italia.   
"Auspicavamo una smentita - ha dichiarato oggi Meloni - ma è arrivata una conferma: il premier Draghi ha affidato la delega governativa alle politiche antidroga alla grillina Fabiana Dadone. Per anni FdI ha chiesto l'assegnazione della delega perché era scandaloso che nessuno si occupasse a tempo pieno dell'emergenza droga ma è grave e deludente che per un compito così delicato come la lotta alle dipendenze sia stato scelto un esponente politico firmatario di proposte per legalizzare la cannabis. Non è questa la discontinuità che ci aspettavamo da Draghi".

Non più tenero il senatore Maurizio Gasparri, ex ministro, oggi in Forza Italia, che minaccia l’apertura di una crepa sul fronte del centrodestra che sostiene Draghi: "Non avrei voluto alimentare polemiche sulla questione droghe ma sono costretto a parlare chiaro. È ovvio che nessuna delega può essere interpretata come apertura a legalizzazioni di alcun tipo. Sono pronto a qualsiasi iniziativa contro il governo, se ci fossero cedimenti su questo versante. Draghi se lo metta bene in testa. Forza Italia non può condividere nessuna scelta azzardata. Sulle droghe servono politiche di contrasto, di prevenzione e di recupero, non certo politiche di apertura o di resa. Un governo che andasse avanti in questa direzione sarebbe un governo morto".

Il Movimento Cinque Stelle difende ovviamente la scelta del premier, con la deputata Elisa Tripodi a spiegare che "la ministra lavorerà con rigore per contrastare i crimini, criticando questa scelta si offende sia lei che Draghi", mentre il collega di partito Mario Perantoni, presidente della Commissione Giustizia alla Camera, si dice pronto a "calendarizzare la proposta di legge per inserire nel nostro ordinamento i principi relativi alla coltivazione a uso personale e il diritto dei malati a curarsi con la cannabis", proposta di legge che vede quale primo firmatario Riccardo Magi, deputato di +Europa.

Redazione

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