"Ci viene chiesto purtroppo un nuovo sforzo e so che è un sacrificio grande. Al nuovo Governo abbiamo sollecitato che i ristori per le attività costrette a fermarsi siano immediati. È fondamentale": così il presidente della Regione Alberto Cirio ha dato la notizia, nella serata di oggi (venerdì 26 febbraio), della retrocessione del Piemonte alla zona arancione a partire da lunedì 1° marzo.
I dati del report settimanale validato dal CTS e dal Ministero della Salute, e comunicati dal Ministro Speranza, non lasciano spazio a dubbi: "L’Rt è cresciuto e si attesta sopra l’1 e la pressione ospedaliera sta aumentando".
- LA ZONA ARANCIONE
Si torna, insomma, a chiusure e limitazioni più importanti.
Varrà il divieto di uscire dal proprio Comune di residenza se non per ragioni di lavoro, emergenza o salute (in questo caso con autocertificazione); i residenti di Comuni con meno di 5.000 abitanti potranno spostarsi entro 30 km dalla propria abitazione, ma non verso un capoluogo. Le visite ad amici e parenti saranno quindi consentite all'interno del proprio comune, dalle 5 alle 22: due adulti più due minori di 14 anni, una sola volta al giorno.
Le seconde case, anche fuori regione, saranno raggiungibili ma solo se si può verificarne la proprietà o il diritto d'utilizzo.
Bar e ristoranti saranno aperti solo per l'asporto rispettivamente fino alle 18 e fino alle 22; inoltre, non ci si potrà sedere ai tavoli. La consegna a domicilio sarà consentita. I negozi restano aperti, e anche centri estetici e parrucchieri.
Tornano a chiudere i musei. L'attività sportiva e motoria si può realizzare nel proprio comune di residenza, o in uno significativamente vicino se il proprio non possiede un'attività disponibile.
Nessun cambiamento per le scuole.