Danneggiati e dimenticati. Si riassume così lo stato d'animo che provano i commercianti di Roccaforte Mondovì che si trovano a dover sopravvivere in equilibrio tra le restrizioni.
"Il lavoro è un diritto e come tale, noi come quasi tutti i settori, vogliamo esercitarlo". Questo il loro appello: chiaro, diretto, giusto.
Ormai da un anno la pandemia ha imposto un nuovo modo di vivere, se così possiamo chiamarlo, ma loro ci sono e continuano a lottare per tenere in piedi le attività che animano il paese: Sergio, Katia, Luca, Nikol, Raffaella, Paolo, Augusta. I loro volti danno voce a una categoria che forse di parole non ne ha proprio più, per chiedere di poter tornare a lavorare con la stessa passione di sempre.
"Non siamo qui per protestare contro idee politiche o negare l'attuale situazione, ma il settore della ristorazione, ha i medesimi diritti dell'industria e della grande distribuzione" - dicono con un video messaggio -"Le categorie che ci rappresentano dovrebbero far sentire la nostra voce di lavoratori, che sappiamo rispettare e soprattutto far rispettare le regole attuali, e che abbiamo investito soldi e tempo, per adeguarci alle normative vigenti. Non siamo noi gli untori, poiché è ormai dimostrato dai fatti, che le varie chiusure, non hanno migliorato la situazione sanitaria, ma hanno indubbiamente peggiorato la situazione economica, psicologica e sociale. I piccoli comuni come i nostri, non possono sostenere le medesime regole delle metropoli".
La loro non è una protesta o una presa di posizione contro il governo, chiedono di poter riaprire i locali, con tutte le accortezze del caso, per poter vedere un futuro.
"Saremmo felici di rimboccarci le maniche, riaprendo le nostre attività, pur consapevoli che non sarà a pieno regime, ma così potremmo sopravvivere, perché solo con asporto e domicilio, stiamo pian piano morendo...Non possiamo essere danneggiati e dimenticati nei nostri diritti, ma dover comunque adempiere a tutti i doveri".
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