Dovrà rispondere del reato di truffa aggravata il 60enne antiquario albese rinviato a giudizio dal Tribunale di Asti con l’accusa di avere, mediante "artifici e raggiri", garantito e venduto un quadro apparentemente attribuibile a Pinot Gallizio.
Da successive verifiche, effettuate anche con la consulenza della responsabile della fondazione torinese intitolata al celebre artista albese, l’opera sarebbe però risultata una mera riproduzione, priva di valore artistico e monetario.
Da qui la denuncia presentata dal suo acquirente, un guarenese che per quel quadro aveva sborsato il non indifferente corrispettivo di 12mila euro, vedendo poi sfumare la prospettiva di rivenderlo al titolare di una galleria d’arte.
Da qui l’ingiusto profitto e l’accusa rivolta al venditore, con l’aggravante del danno di rilevante entità per la persona offesa, dalla quale l’uomo si dovrà ora difendere a partire dall’udienza che il Tribunale astigiano (giudice Roberta Dematteis) ha appena fissato per il prossimo 26 aprile
La difesa dell’uomo è rappresentata dall’avvocato albese Roberto Ponzio: "Contestiamo l’addebito, riteniamo che l’istruttoria confermerà la provenienza e l’autenticità del dipinto venduto".
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