Come si è vociferato nelle ultime ore da domenica 17 gennaio, il Piemonte “ripiomba” nel limbo arancione. Il calcolo dell’indice Rt sulla nostra regione non dà scampo al cambio di “colore” che impone limitazioni più severe.
Il parametro fornito dalla cabina di regia del Ministero della Salute sull’Rt è decisivo (pur non essendo l’unico preso in esame) per valutare le restrizioni sull’ambito regionale. Con un valore sotto l’1 si resta in zona gialla. Sopra l’1 si passa ad arancione. Da 1,25 in su scatta la zona rossa.
La scorsa settimana nel report dell’Istituto Superiore della Sanità il Piemonte era quotato a 0,95 (con territori dove si sono registrate picchi di contagio a 0,99) facendoci permanere in zona gialla. Dove ci trovavamo anche prima delle restrizioni natalizie.
Come era prevedibile la diffusione epidemiologica in aumento su tutto il territorio nazionale non ha potuto far permanere le restrizioni “soft” anche per la prossima settimana.
Il Piemonte (che ora ha un Rt a 1,1) non è solo: la scorsa settimana solo Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Sicilia e Calabria erano in arancione. Nessun ambito regionale in rosso. In giallo quasi tutti gli altri territori.
L’aumento dell’indice Rt ovunque con una media nazionale a 1,09 valuta ora 11 regioni in “arancione”: nella stessa condizione del Piemonte Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. Sono 8 con il Piemonte le regioni a passare da giallo ad arancione. 3 regioni permangono nella stessa condizione: Veneto, Emilia Romagna e Calabria.
Restano in giallo solo Basilicata, Molise, Campania, Provincia di Trento, Sardegna e Toscana.
Con indici sopra l’1,25 la Lombardia, la provincia di Bolzano e la Sicilia.
In tutte le situazioni, a prescindere dalla valutazione epidemiologica, permarrà il coprifuoco dalle 22 alle 5 così come resterà attivo il divieto di spostamento tra le regioni se non per le motivazioni legate a lavoro, salute o necessità.
Per chi è in zona arancione saranno anche vietati gli spostamenti al di fuori del proprio comune di residenza o domicilio, salvo il caso in cui il medesimo non sia al di sotto dei 5.000 abitanti. In questo caso, sarà consentito spostarsi per un raggio di 30 chilometri, eccezion fatta per il raggiungimento dei capoluoghi di provincia.
Rimane ancora aperto il confronto sull’apertura in presenza delle lezioni alle superiori: secondo i primi “rumors” da lunedì per chi è in zona arancione si potrà tornare a un parziale rientro in classe con Didattica a distanza al 50% su turnazione.
Ma visti i tempi stretti potrebbe essere necessaria una valutazione in tal senso su base regionale.