E’ una storia che parte da lontano, dalla metà del XVI secolo, quella dell’edificio nato là dove sorgeva il castello dei marchesi Falletti, feudatari lamorresi. Una vicenda che ha visto questo stabile, affacciato su uno dei balconi più suggestivi della Langa, cambiare più volte veste: da caffè nei primi del ‘900, ad albergo-ristorante (già col nome "Belvedere”) negli anni ’30, per poi diventare in tempi più recenti, sotto la gestione del compianto Gian Bovio, luogo di eccellenza gastronomica, punto di riferimento per una cultura del cibo di tradizione locale a livello internazionale.
Fasti che hanno segnato in modo indelebile la storia recente del centro vinicolo, come riconosciuto anche dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio, che nel 2016, su istanza del Comune, ha dichiarato l'edificio d’interesse culturale “luogo identitario per la comunità (…), riferimento per la cultura gastronomica locale, per la collocazione planimetrica e la conseguente straordinaria valenza paesaggistica del manufatto, nonché per la sua rilevanza architettonica, tipologica e urbanistica nell’ambito della piazza storica più importante dell’abitato”.
Diversi nel corso del tempo erano stati i tentativi di acquisirlo da parte di privati. Iniziative mai andate in porto, fino alla fine dello scorso ottobre, quando l’asta fallimentare per la sua vendita ha visto la società Podere Gagliassi di Monforte d’Alba, dell’imprenditore ed editore cuneese Nino Aragno, aggiudicarsi l’immobile per l’importante valore di 1.502.000 euro.
Il passaggio di proprietà sembrava cosa fatta quando lo scorso 14 dicembre il Consiglio comunale lamorrese ha votato all’unanimità per far valere il diritto di prelazione artistica di cui il Comune gode proprio in ragione del vincolo culturale chiesto e ottenuto sull’edificio. “Uno storico primo passo verso un traguardo importante per la nostra comunità – spiega il sindaco Marialuisa Ascheri -. Stiamo valutando diverse modalità di finanziamento dell’operazione, fiduciosi che, vista l'importanza del progetto per il territorio tutto, istituzioni e fondazioni vogliano contribuire alla sua realizzazione".
Si è compiuto il primo passo, quindi, per una procedura che dovrà concludersi entro il 26 gennaio 2021, come precisa ancora il primo cittadino. Per ora il Comune ha deciso di destinare al progetto parte del proprio avanzo di amministrazione, un importo di 200mila euro, mentre a copertura del restante fabbisogno si pensa alla stipula di un mutuo, confidando in un accordo di programma con la Regione e in contributi da parte degli enti bancari.
Un forte impegno, quello che l’Amministrazione comunale si prepara ad assumere, a fronte di un progetto ambizioso: fare dell’ex ristorante un polo turistico dedicato alla cultura enogastronomica delle Colline Unesco.
Nelle intenzioni del Comune la cucina resterà il perno, programmatico oltre che fisico, attorno al quale si svilupperà il progetto di recupero e valorizzazione: una cucina aperta e attiva, che farà didattica e storia, attraverso i metodi di cottura del cibo elaborati dall’uomo e le tecniche di preparazione affinate da anonime cuoche in secoli di continui “aggiustamenti”.
Attorno a questo cuore pulsante si svilupperà il "Parco delle Memorie", un luogo dove leggere e pensare immersi nelle storie di chi ha reso unica la Langa.
Accanto ci saranno anche banchi multimediali per laboratori didattici, dove i maestri della cucina di territorio terranno lezioni virtuali di cucina, illustrando ricette e insegnando i trucchi del mestiere.
Negli ampi spazi dell’edificio si pensa poi a insediare un centro di documentazione, dove si catalogheranno e digitalizzeranno interviste e filmati raccolti in tutta la Langa, in collaborazione con gli analoghi progetti già in corso presso l’Università di Pollenzo, da mettere poi a disposizione in un quotidiano lavoro in divenire.
Ma la didattica che non si limiterà alla sola cucina, andando ad abbracciare l’intera filiera produttiva della nostra gastronomia di eccellenza: dall’orto alle erbe spontanee, dagli animali di bassa corte ai nobili bovini di razza Fassona, dai formaggi alla nocciola, dai segreti dei norcini a quelli del tartufo e, naturalmente, l’abbinamento ai grandi vini delle nostre colline.
La Memoria della Langa salverà anche nomi, insegne e racconti delle osterie che non ci sono più, così come conserverà le canzoni che in quelle stesse osterie si cantavano nelle ore liete.
Gli allestimenti saranno mobili, in modo da permettere di utilizzare gli ampi spazi dei saloni per occasioni istituzionali e di rappresentanza, nonché convegni di alto respiro, così come per eventi in cui il territorio tutto si possa ritrovare.
Sarà una riqualificazione di grande importanza, che consentirà al visitatore di passare “da un Belvedere all’altro, scivolando piacevolmente dall’incantevole paesaggio costruito dall’uomo, alle storie e memorie di quegli stessi uomini e donne che, con tante fatiche, ci hanno regalato questo paradiso sulla Terra, un bene prezioso da condividere e tutelare come patrimonio dell’umanità”.
Attualità - 22 dicembre 2020, 10:43
La Morra, il Comune si fa avanti per l’ex Belvedere: impegno da 1,5 milioni per farne un polo turistico
Dal Consiglio comunale via libera all’esercizio della prelazione, dopo l’offerta all'asta fallimentare presentata dall’imprenditore ed editore Nino Aragno. Il sindaco Ascheri: "Compiuto il primo passo. Confidiamo nel sostegno di istituzioni e fondazioni"
L'edificio che ospitò il celebre ristorante Belvedere di La Morra