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Eventi | 03 dicembre 2020, 09:17

Al Caffè Letterario di Bra si legge ‘Tartufi e delitti’ dello scrittore albese Mauro Rivetti

Un giallo ambientato tra Langhe e Roero, con passaggio a Bra nella chiesa dei Battuti Neri e all’associazione culturale Albedo

Al Caffè Letterario di Bra si legge ‘Tartufi e delitti’ dello scrittore albese Mauro Rivetti

Fantastico! È l’unica parola che mi viene in mente dopo aver finito di leggere ‘Tartufi e delitti’ di Mauro Rivetti (Golem edizioni). Un giallo ‘made in Alba’ che non ha nulla da invidiare ai titoli che affollano le classifiche di vendita e che spesso finiscono per diventare solo prodotti commerciali privi di originalità.

Dopo ‘Alba di un delitto’ l’autore conferma il suo talento e fa un passo in avanti. ‘Tartufi e delitti’ è un giallo che mi ha tenuta incollata alle pagine con tutti e cinque i sensi, facendomi divorare un capitolo dopo l’altro. È stato bellissimo ritrovare la dottoressa Teresa Bianco, il personaggio nato dalla penna di uno scrittore che porta finalmente le donne alla ribalta della letteratura poliziesca.

Mauro Rivetti è un autore che conosco bene e del quale ho apprezzato l’impostazione della trama, ricca di colpi di scena e dipanata in modo sapiente. Per buona parte del libro seguiamo scorrere su due binari paralleli le indagini del PM Teresa e le vicende in cui è coinvolto Mario, ex tiratore scelto che si divide tra il lavoro e la passione per i tartufi.

L’omicidio a distanza del più noto chef di Alba è l’inizio dei suoi guai: incalzato dalla brillante inquirente, si lancia in una sequenza rocambolesca di eventi che lo porteranno a rischiare in prima persona per proteggere la vita dei propri cari. Sullo sfondo la città di Alba, testimone di un mistero che passa dai quadri del Macrino alla perfetta alchimia con un’antica congregazione, ammiccando a suggestioni gotiche, dove il passato si mescola al nuovo.

Le ambientazioni sono curatissime e così ben caratterizzate da risultare subito familiari. Ho camminato al fianco di Teresa, ho vissuto le sue emozioni, ho guardato le Langhe ed il Roero insieme a lei, cogliendone colori, suoni e sapori, grazie all’inedito ‘Dolce RoLa’, che merita davvero di finire tra le vostre mani.

Con un ritmo serrato ed avvincente, la donna scaverà a fondo tra gli indizi, mettendo insieme i pezzi di un’indagine difficilissima che passa anche per Bra, descritta dal Caffè Letterario dell’associazione culturale Albedo e dalla chiesa dei Battuti Neri. In un’escalation di tensione che viene continuamente riempita di dubbi, di ipotesi, di confronti e ragionamenti tra i protagonisti, protesi alla ricerca della verità.

Per risolvere il caso ci vorrà tanto esercizio di arguzia, di caparbietà, perché il confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è, è sottilissimo. Ci sarebbe da perderci la testa, ma Teresa in questo è bravissima. Il miglior alleato sarà sempre il capitano Spada, che per primo leggerà nei suoi occhi le piste da seguire, ma anche una naturale dolcezza.

Nella polifonia dei nuovi personaggi, narrati in un modo dettagliato e intimo, entriamo in confidenza con l’anima culturale di Franca e la perizia della giornalista Sara, che alimentano fantasie e curiosità sotto la Zizzola, che andiamo subito a soddisfare, grazie alla disponibilità dell’autore.

- Franca e Sara sono gli alias di due donne che a Bra lottano per promuovere la cultura, che ruolo hanno nel tuo libro?

Franca e Sara sono l’anello di congiunzione tra il quadro trovato dalla dottoressa Bianco nella chiesa di Madonna dei Boschi di Vezza d’Alba e il cartiglio dell’archivio dell’Arciconfraternita dei Battuti Neri di Bra, dal quale usciranno delle sorprese”.

- Dai racconti della giornalista braidese Sara sui Battuti Neri, che cos’è più sorprendente?

Sara è una donna molto carismatica, una giornalista che ha ben chiare le regole del suo mestiere, in oltre è una consorella dell’Arciconfraternita, la quale è molto interessata dall’indagine della dottoressa Bianco, presentatale dalla cara amica. Questo fa sì che Sara acceda agli archivi storici del sodalizio e passi le informazioni alla dottoressa Bianco. Si tenga conto che fino ai primi del ‘900, la Chiesa è stato l’unico organo ufficiale tenutario dei rogiti e cause del popolo che notte tempo si rivolgeva ai curati per ottenere un consiglio o una soluzione sulle dispute di origine terrene”.

- Che cosa direbbe Teresa Bianco se fosse ospite al Caffè Letterario?

Racconterebbe con semplicità la sua difficile materia giudiziaria, ma soprattutto sarebbe lieta di poter presenziare ad un momento di cultura costruito con semplicità e diligenza che per lei sono principi fondamentali. Non per ultimo il suo plauso andrebbe ai presenti per l’attenzione e l’amore dimostrato per un giallo che racconta in chiave inedita ed avvincente un territorio unico ed inimitabile, animato da gente laboriosa ed attenta ai propri luoghi carichi di storia e di prodotti d’eccellenza, resi unici e tali proprio da questo connubio. Per esempio due suoi cari amici, lo scrittore albese Mauro Rivetti ed il pasticcere Beppe Sacchero, hanno espresso l’amore per il loro territorio con il Dolce RoLa, che per forma e sapori riassume i territori del Roero e della Langa”.

Tornando al libro, le ultime pagine le ho lette in un soffio, volevo (dovevo) sapere come andasse a finire. E ammetto di essere stata sorpresa. Mauro Rivetti ci regala un finale apertissimo che rimanda ad un altro romanzo. Che, onestamente, non vedo l’ora di leggere!

Silvia Gullino

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