Attualità - 17 novembre 2020, 09:25

Pausa caffè? Sì, ma alla macchinetta del posto di lavoro

In periodo di nuovo lockdown è boom di caffè consumati ai distributori automatici

In fondo, lo diceva anche Mary Poppins: “Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”, specie se per pillola s’intende la pandemia da Covid-19, che si affoga in un bicchiere di caffè.

Nell’area relax dell’ufficio c’è sempre una macchinetta che promette di regalare una gioia in cambio di pochi spiccioli. Secondo Confida (Associazione Italiana Distribuzione Automatica), ci sarebbero 800mila distributori automatici in Italia che erogano ben 3 miliardi di bicchierini all’anno e la cifra è in continua crescita, soprattutto oggi che i bar sono chiusi a causa del secondo lockdown da Coronavirus.

Segno che la macchinetta è la prosecuzione di quel rito, grazie a caffè che utilizzano sempre più miscele pregiate. È il punto in cui si evade per una pausa rapida, ma indispensabile e infatti è installata soprattutto nei luoghi di lavoro. Nello specifico, il 36% si trova nelle aziende, il 17% negli studi di professionisti, il 13% in attività commerciali, l’11% in scuole, università ed edifici sanitari.

La pausa caffè, insomma, aiuta a spezzare la noia della routine, migliora le relazioni sociali, accende le lampadine della creatività ed è fondamentale per tornare ai posti di combattimento rilassati e piacevolmente attivi.

Sempre a proposito di distributori, il secondo prodotto più comprato alle macchinette è la bottiglietta d’acqua (mezzo miliardo ogni anno). Non disdegniamo neanche succhi di frutta e tè caldo. Poi beh, c’è anche chi beve Coca Cola e si mangia patatine confezionate o altre meraviglie iper-caloriche… “Tanto stasera solo insalata e frutta cotta”.

Silvia Gullino