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Attualità | 31 ottobre 2020, 08:19

Attentato di Nizza, si prega davanti a Notre Dame

Una continua manifestazione di solidarietà e di umana vicinanza. Ci si interroga sull’attentato e sulla sua organizzazione. Tre persone fermate

Attentato di Nizza, si prega davanti a Notre Dame

Nonostante il confinamento é una processione continua di persone che depongono fiori, lumini, lettere, pensieri davanti a Notre Dame la chiesa nella quale tre persone innocenti e inermi, mentre pregavano, sono state uccise con un atto di lucida determinazione.

La città sta vivendo giornate difficili, tra la rabbia e l’orgoglio, tra la voglia di confermare i valori tipici della civiltà occidentale e quella di rivendicare azioni dure, financo la pena di morte o la sospensione delle cure in intensiva a Brahim Aoussaoui.

Man mano che emergono elementi sulla sua personalità, sul suo trascorso di ventunenne sbandato che, a undici anni, avrebbe frequentato gruppi radicalizzati, che cercava lavoro in Tunisia senza successo e che poi si è imbarcato in direzione dell’Europa, i dubbi aumentano.

Tre persone, al momento, sono in stato di fermo nella caserma Auvare a Nizza: non è chiaro quale possa essere stato (se mai vi è stato) il loro ruolo nell’attentato o se si siano limitati ad avere contati o conoscenze con il terrorista.

L’inchiesta va avanti tra mille difficoltà, ma i punti fermi giungono dall’Italia.
Dopo essersi allontanato da Bari Brahim Aoussaoui avrebbe raggiunto un parente in Sicilia e da lì, in tre giorni, raggiunto Nizza.

Avrebbe dunque percorso l’Italia: in che modo? Da solo in treno o accompagnato da qualcuno?

Domande che sicuramente nelle prossime ore troveranno risposte che sono essenziali per comprendere il livello di premeditazione e soprattutto se esisteva un unico disegno che univa l’attentato di Nizza con quello, per fortuna mancato, di Avignone.

Il “livello” passerebbe da quello dell’azione individuale ad una organizzata, sia pure in modo un poco approssimativo, approfittando, forse, della personalità instabile di Brahim Aoussaoui.

Ieri, intanto, in Municipio Christian Estrosi ha ricevuto i poliziotti che hanno fatto irruzione nella Cattedrale pochi minuti dopo l’allarme dato attraverso una delle tante bornes d’appel d’urgence (dispositivo di chiamata e di allarme attivabili con un pulsante) che sono stati posti in città.

Per loro è stata chiesta la Legione d’Onore, mentre la rapidità dell’azione e il fatto che (in via sperimentale) fossero armati come gli agenti di polizia denota la giustezza delle posizioni assunte dall’amministrazione cittadina quando aveva richiesto al governo di essere autorizzata ad armare i propri agenti.

 

Beppe Tassone

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