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Sanità | 30 ottobre 2020, 18:18

In arrivo 750mila test rapidi per le Rsa del Piemonte. Cirio: "Monitoraggio continuo fino a marzo"

Il governatore conferma che sta per firmare un'ordinanzia con la quale porterà la didattica a distanza al 100% per le superiori, implementando lo smart working e facendo scendere al 50% il tasso massimo di occupazione nei trasporti. E' lì il vero veicolo del contagio"

In arrivo 750mila test rapidi per le Rsa del Piemonte. Cirio: "Monitoraggio continuo fino a marzo"

Di fronte alla seconda ondata del coronavirus, la Regione Piemonte decide una azione di screening nelle rsa e nelle comunità protette (che riguardano disabili, minori e persone con problemi psichiatrici), con l'obiettivo di evitare tutti i problemi avvenuti nella fase 1. Sono in arrivo 750mila test rapidi per fare un monitoraggio continuo della situazione.

Ne ha parlato nel pomeriggio di oggi, in una lunga videconferenza, il Presidente della Regione Alberto Cirio, assieme agli assessori Luigi Icardi e Chiara Caucino. "Siamo consapevoli dei problemi avvenuti in passato, per gli anziani serve una attenzione speciale", ha spiegato il governatore. "L'obiettivo è monitorare area per area, non solo utilizzando una cabina di regia generica, che sovrintende a tutto". Cirio, dopo aver ricordato che a giugno erano stati fatti 100mila tamponi nelle rsa regionali, poi "a luglio è stato fatto un censimento, con i dati inoltrati al Dirmei, il dipartimento interaziendale per gestire le emergenze sanitarie, così si è fatta una graduazione di rischio delle rsa del Piemonte, arrivando a creare tre classi di rischio".

Ed allora con l'avvio del piano dei tamponi rapidi, "che sono antigienici, che danno assoluto rispondenza sull'esito, quando questo è negativo, siamo in grado di guadagnare tempo prezioso", ha aggiunto il Presidente. "In attesa che arrivino quelli acquistati dal commissario Arcuri, che non sono stati ancora distribuiti alle regioni, noi non siamo rimasti con la meni in mano, ma abbiamo fatto una gara per conto nostro insieme alla regione Veneto, acquistando 2 milioni e 400mila pezzi, che adesso stanno arrivando nelle disponibilità delle aziende ospedaliere".

Il piano che ha in mente il Piemonte è chiaro: "Ogni 15 giorni consegneremo in tutte le rsa del Piemonte i tamponi necessari per il personale sanitario e gli ospiti, facendo uno screening preventivo, che non si sostituisce a quello delle commissioni di vigilanza", ha precisato Cirio. "Sarà così da adesso fino a marzo". Si parla di oltre 700mila pezzi complessivi, con quelli riservati ai disabili, agli psichiatrici e ai minori che saranno consegnati invece una volta al mese: "Facciamo così perché gli anziani hanno rischio doppio rispetto alle altre categorie", ha spiegato il governatore. Della distribuzione se ne occuperà la Protezione civile regionale.

L'intento è quello, attraverso la creazione di una piattaforma creata dal Csi che raccoglie tutti i dati aggiornati di continuo, di "avere in tempo reale avremo la situazione delle Rsa, con una vigilanza ordinaria, che permette di intervenire subito, nel caso venga rilevato un focolaio. "Nel mese di ottobre che si sta concludendo, parlando invece di 'tamponi vecchi', arriviamo a quota 82 mila", ha detto ancora Cirio. "Nell'ultima settimana, da mercoledì della scorsa settimana a martedì 27, sono stati fatti 25mila tamponi solo nelle rsa e nelle ra del Piemonte".

I risultati dicono che il 3% del personale è risultato positivo e il 4,5% degli ospiti, contro una media del 20% nei mesi di marzo e aprile. "Sono sati già distribuiti oltre 40mila test rapidi, nei prossimi giorni arriveranno gli altri 20mila", ha detto ancora Cirio, prima di cedere la parola all'assessore alla Sanità icardi. "Dopo una lunga videoconferenza con il commissario Arcuri, abbiamo saputo che dal Governo ci saranno garantiti 30mila test al giorno, la metà molecolari e l'altro 50% antigienici".

"Nel contempo, abbiamo anche chiesto al Ministero della Salute di ristorare le rsa dei costi covid, sulla base di una rendicontazione per costi. Non possiamo rischiare una ecatombe di strutture, anche la Regione darà il suo contributo, garantendo l'equilibrio economico-finanziario di queste aziende: con 40 mila ospiti e migliaia di posti di lavoro all'interno, c'è bisogno di fare molta attenzione, mantenendo le rette inalterate all'interno delle strutture".

Intanto un nuovo accordo è stato siglato dalla Regione con le case di cura private accreditate che manifestino disponibilità a diventare strutture Covid dedicate, oppure che si mettano a disposizione per praticare prestazioni urgenti e tempo-dipendenti a supporto degli ospedali. Lo ha annunciato l’assessore Icardi, dopo che questa mattina la Giunta regionale ha approvato l’intesa da lui stesso sottoscritta, rendendola esecutiva.

In dettaglio, alle strutture private che aderiranno alla proposta verrà riconosciuto, oltre al valore della prestazione, anche un rimborso degli oneri sostenuti per la funzione covid-19. E’ prevista anche la possibilità per le case di cure private accreditate e contrattualizzate che diventano Covid dedicate di trasferire l’attività ordinaria, in tutto od in parte, presso altre strutture autorizzate, accreditate e non.

La delibera demanda alle Aziende sanitarie regionali l’attivazione delle procedure per la temporanea autorizzazione delle strutture interessate e la successiva vigilanza, in modo che siano assicurate tutte le garanzie di cura e di sicurezza per i pazienti. In Piemonte i posti letto nelle strutture private accreditate sono circa 4.500.

Dopo che l'assessora Caucino ha poi spiegato tecnicamente come funzionerà la nuova piattaforma regionale ("una innovazione facile e straordinaria", è stata definita), che consentirà di avere dati precisi e aggiornati su tutte le strutture, non solo delle rsa ma di tutta l'area socio-sanitaria, Cirio ha concluso parlando malvolentieri di un ipotesi di nuovo lockdown. "Cerchiamo tutti quanti di essere tutti responsabili. Lokdown no, interventi precisi e rigorosi sì".

E, prima di salutare, ha spiegato che a breve firmerà una nuova ordinanza con la quale porterà la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori del Piemonte, "un cambiamento che riguerderà circa 170mila ragazzi nella nostra Regione", ha annunciato l'aumento al 75% dello smart working e la diminuzione invece al 50% del tasso massimo di occupazione sui mezzi del trasporto pubblico. "E' lì il vero problema, non possiamo fare finta di nulla, è quello il vero veicolo del contagio". Sperando che questa diminuzione possa portare rapidamente risultati importanti. Per scongiurare il rischio lockdown.

massimo de marzi

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