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lavocedialba.it | 22 ottobre 2020, 18:14

XII Festival del Paesaggio ad Asti: dibattuto il tema del ruolo delle province

Sabato scorso si è svolto, nel salone consiliare della provincia di Asti, un incontro inserito nel XII Festival del Paesaggio Agrario. Disponibili prossimamente sui canali web e social delle associazioni organizzatrici i contenuti dei prossimi appuntamenti

In foto da sinistra: Gianluca Forno, vicepresidente Anci Piemonte, Paolo Lanfranco, presidente della Provincia di Asti, il giornalista Beppe Rovera, Laurana Lajolo ideatrice del Festival del Paesaggio Agrario.

In foto da sinistra: Gianluca Forno, vicepresidente Anci Piemonte, Paolo Lanfranco, presidente della Provincia di Asti, il giornalista Beppe Rovera, Laurana Lajolo ideatrice del Festival del Paesaggio Agrario.

I piccoli comuni sono fondamentali per la salvaguardia ambientale, economica e culturale di un territorio, ma hanno bisogno di servizi, competenze, risorse che non sono disponibili.

Per questa ragione ritorna centrale il ruolo degli enti di ambito più vasto, come le province. Il tema è stato sollevato e discusso sabato scorso in occasione dell’incontro inserito nel XII Festival del Paesaggio promosso dall’Associazione culturale Davide Lajolo e dall’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. 

Nel salone consiliare della Provincia di Asti, moderati dal giornalista Beppe Rovera e da Laurana Lajolo, ideatrice del Festival, sono intervenuti: il presidente della Provincia di Asti Paolo Lanfranco, Gianfranco Comaschi segretario generale del Comune di Acqui Terme, già vice presidente della Provincia di Alessandria e ora presidente l’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero Monferrato, il direttore del sito UNESCO Roberto Cerrato,  il vice presidente di Anci Piemonte Gianluca Forno, Marco Bussone presidente dell’Uncem, Marco Lovisolo assessore a Nizza Monferrato, l’urbanista Augusta  Mazzarolli, Vincenzo Gerbi, presidente della conferenza d’ambito 5.

Aprendo i lavori il presidente Paolo Lanfranco ha espresso il suo grande onore nell’ospitare l’importante evento presso il salone provinciale, che accompagna da decenni la storia del territorio  astigiano. Il concetto chiave del futuro della Provincia, espresso dal Presidente, è quello di “comunità”, termine con cui venivano definiti i Comuni caratterizzati dalla compattezza tra rappresentanti e rappresentati, legame che purtroppo negli anni è stato sempre più indebolito e che ne ha determinato una discutibile operatività. 

Il Presidente ha quindi auspicato che le Province siano riattivate nelle loro funzioni e con i relativi finanziamenti in modo da poter svolgere efficacemente il coordinamento tra gli enti locali e poter offrire il necessario supporto alle piccole comunità nella programmazione degli interventi e nel reperimento delle risorse. In questa difficile fase di lotta alla pandemia, alle Province è stata affidata la cabina di regia per le RSA, da considerare non solo come poli assistenziali ma anche sanitari. 

Lanfranco ha quindi posto l’accento sul fatto che l’Astigiano marcia a velocità differenti: il Nord Astigiano, rispetto al Sud Astigiano beneficiario di maggior sviluppo dettato dagli effetti dell’Unesco e da realtà industriali più grandi, si trova in una fase di maggior difficoltà, e quindi maggiormente bisognosa del supporto delle Istituzioni.

Tra problemi urgenti Lanfranco ha citato la necessità di elaborare analisi oggettive volte a valutare la possibile riattivazione delle ferrovie secondarie, in particolare il collegamento veloce Asti-Chivasso, le connessioni telematiche con la fibra ottica da estendere, il riconoscere il servizio idrico come fondamentale. 

Il presidente della Provincia ha infine richiesto alla Fondazione CrAsti e alla Banca di Asti, sull’esempio degli enti omologhi di Cuneo, un patto di collaborazione per l’elaborazione di un piano di sviluppo strategico decennale. 

Gianluca Forno, sindaco di Baldichieri e vicepresidente di Anci Piemonte in rappresentanza dei piccoli comuni, ha sottolineato che la periferia oggi è colpita da uno spopolamento che sfiora il 50%. La pandemia pone altri limiti allo sviluppo delle aree interne e dei piccoli paesi, soprattutto se non hanno collegamenti telematici efficienti e se vengono privati di servizi come lo sportello bancario e le Poste. "Nell’erogazione dei servizi sul territorio è importantissimo il ruolo della provincia come ente intermedio tra piccoli comuni e Regione – ha detto Forno - sarebbe fondamentale avere un piano regolatore provinciale per riequilibrare le diverse aree territoriali". Forno ha anche chiesto che le risorse straordinarie vengano impiegate sul territorio con la partecipazione dei sindaci nella scelta degli interventi da fare. 

Gianfranco Comaschi, presidente del sito UNESCO e segretario generale del Comune di Acqui, ha sottolineato la mancanza di formazione degli amministratori, che dovrebbero avere maggiori competenze, e l’esigenza di rafforzare la struttura amministrativa dei comuni. Ha condiviso con Lanfranco il ruolo centrale che dovrebbe nuovamente assumere l’ente provincia e l’esigenza di piani regolatori intercomunali per il riequilibrio del territorio. “Bisogna arrestare il decremento demografico dei paesi e il degrado ambientale – ha puntualizzato Comaschi -  utilizzando i recenti provvedimenti governativi va incentivato il recupero degli immobili vuoti anche favorendo l’iniziativa dei privati”.

Roberto Cerrato, direttore del sito UNESCO, ha messo l’accento sullo sviluppo del turismo nel territorio patrimonio dell’Umanità, che richiede, comunque, una maggiore coesione dei comuni superando vecchi e sterili campanilismi e prendendo ad esempio realtà virtuose come l’Unione dei Comuni del Barolo. “Per valorizzare al meglio il flusso turistico bisogna incrementare i posti letto, i B&B, proteggere il piccolo commercio”, ha annotato Cerrato. Tra gli strumenti operativi a favore dei comuni Cerrato ha ricordato il Bando della Regione, appena concluso, per la valorizzazione del Distretto UNESCO piemontese. 

Marco Lovisolo, assessore del Comune di Nizza Monferrato ha posto la questione dell’Ospedale della Valle Belbo, ancora oggi non risolta con una decisione definitiva della Regione: la mancanza della fibra ottica e di altri servizi essenziali per gli abitanti, mettono in crisi gli stessi risultati ottenuti con lo sviluppo del turismo grazie al riconoscimento UNESCO.

Vincenzo Gerbi, presidente della Conferenza d’ambito 5 ha illustrato la situazione del servizio idrico, che coinvolge 153 comuni di tre province Asti, Alessandria e Torino con una popolazione complessiva di 210.000 abitanti su una superficie di 2033 kmq. "I consorzi gestori delle acque pubbliche applicano tariffe differenziate, gli acquedotti hanno una scarsa redditività e i tubi di proprietà pubblica sono vecchi e soggetti a rotture. Si sono fatti investimenti importanti e ora l’acquedotto di Cantarana fornisce anche il basso Astigiano, ma è evidente che serve una razionalizzazione giungendo a un unico gestore entro il 2030", ha concluso Gerbi auspicando che si mantenga la gestione pubblica delle fonti e della rete distributiva. 

L’urbanista Maria Augusta Mazzarolli, già collaboratrice dello Studio Gregotti, ha sottolineato che il Covid 19 ha reso ancora più evidente la crisi in atto delle aree metropolitane e l’esigenza di una diversa modalità di vita e di lavoro. Con servizi efficienti il Monferrato può avere grandi chance di sviluppo anche a livello residenziale, grazie alla sua posizione geografica strategica tra le metropoli del Nord e il porto di Genova. Le ferrovie, che hanno aiutato lo sviluppo dell’industria vinicola nel Novecento possono ancora giocare un ruolo essenziale. Tra gli auspici, anche l’estensione dei confini del sito UNESCO "per inglobare tutto il Monferrato così da farlo riconoscere come paesaggio unico a livello mondiale", ha concluso l’architetto Mazzarolli.

Infine Marco Bussone, presidente dell’Uncem, ha suggerito e auspicato che lo Stato, con l’impiego del Recovery found, programmi grandi assi di sviluppo, dalla banda larga alla green economy, favorendo l’alleanza tra città e campagna anche in chiave di superamento della crisi pandemica.

Nel programma del XII Festival del Paesaggio Agrario erano previsti altri due appuntamenti il 24 ottobre e il 6 novembre. Gli incontri sono stati sospesi a causa delle nuove e più restrittive misure di sicurezza anti Covid che hanno vietato i convegni e i congressi in presenza. Gli organizzatori, per colmare il vuoto, stanno organizzando la raccolta di interviste e testimonianze che saranno pubblicate sui canali web e social dell’Associazione culturale Davide Lajolo e dei Paesaggi Vitivinicoli UNESCO.

Comunicato stampa

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