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Attualità | 20 ottobre 2020, 09:49

Presidiano i lavoratori delle imprese di pulizie e servizi integrati davanti al Santa Croce: "Chiediamo il rinnovo del contratto fermo da 7 anni"

Il presidio territoriale anticipa quello nazionale che si terrà a Roma mercoledì 21 ottobre la quale ha l’intento di "sbloccare la trattativa ferma ormai da troppo tempo e sollecitare le associazioni datoriali a riprendere una discussione seria e proficua, che porti in tempi rapidi alla sottoscrizione di un nuovo contratto adeguato alle esigenze"

Presidiano i lavoratori delle imprese di pulizie e servizi integrati davanti al Santa Croce: "Chiediamo il rinnovo del contratto fermo da 7 anni"

Si è svolto nella giornata di ieri, lunedì 19 ottobre, il presidio indetto unitariamente da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil davanti all’Ospedale Santa Croce di Cuneo.

L'iniziativa di due ore - dalle 10 alle 12 - si è svolta con l'iniziativa di sostenere i lavoratori e le lavoratrici del comparto “Imprese di pulizie e Servizi integrati" il cui rinnovo del contratto è fermo da 7 anni. 

"Emblematica la scelta del luogo della mobilitazione - spiegano Ivan Infante (Filcams), Alessandro Lotti (Fisascat) e Fabio Bove (Uiltucs) - per ricordare che, durante la pandemia, queste lavoratrici e questi lavoratori (in Italia oltre 600 mila) con grande senso di responsabilità e sacrificio hanno portato avanti la loro attività sia nel settore pubblico (appalti di pulimento e servizi) , sia nel settore privato (appalti nell’industria)."

Il presidio territoriale anticipa quello nazionale che si terrà a Roma mercoledì 21 ottobre la quale ha l’intento di "sbloccare la trattativa ferma ormai da troppo tempo e sollecitare le associazioni datoriali a riprendere una discussione seria e proficua, che porti in tempi rapidi alla sottoscrizione di un nuovo contratto adeguato alle esigenze".

“Il negoziato
- spiegano i segretari territoriali - avviato a giugno già registrava delle distanze rispetto alle richieste dei Sindacati in termini di flessibilità, diritti e costi. La disponibilità ad arrivare alla sottoscrizione del rinnovo del contratto da parte delle associazioni datoriali si è dimostrata labile: sono state solo parole, a cui non sono seguiti i fatti. Alcune imprese durante la pandemia hanno registrato una crescita del fatturato, ma anche a fronte di questo continuano a mettere in discussione diritti e retribuzione."

Daniele Caponnetto

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