“Fondere le cinque Casse del Cuneese in un’unica banca provinciale era un’impresa impossibile. I potentati locali volevano mantenere il proprio potere e non avrebbero mai acconsentito”.
Così Beppe Ghisolfi, già presidente della Cassa di Risparmio di Fossano, l’unica tra le Casse minori della Granda a sventolare ancora fieramente la bandiera dell’autonomia, commenta il nostro articolo di ieri sull’occasione perduta di dar vita ad un’unica banca cuneese, frutto di un’eventuale fusione tra Cuneo e le quattro Casse di Saluzzo, Savigliano, Fossano e Bra.
Ghisolfi oggi vede la questione da un’altra prospettiva, quella di vicepresidente del Gruppo Europeo delle Casse di Risparmio e da presidente dell’Accademia di Educazione Finanziaria e assiste – senza pronunciarsi espressamente – al duello all’Ok Corral in corso tra Intesa ed Ubi.
“Non credo neppure che la fusione sarebbe stata un’operazione proficua. Per me – aggiunge - il futuro, come accade negli Stati Uniti ed in Germania, è costituito da grandi banche nazionali e da piccole realtà locali, ben radicate sul territorio. Le banche medie incontrano maggiori difficoltà e sono preda dei grandi gruppi come sta accadendo oggi con Ubi.
Ovviamente – osserva il “banchiere mondiale” - le piccole banche devono essere amministrate con competenza. In ultima analisi, non conta la dimensione ma le persone che sono ai loro vertici”.